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Veltroni

SI È AUTOROTTAMATO, PERÒ ADESSO POTREBBE TOCCARE A LUI GIOVANE QUANTO BASTA, TONI MORBIDI E PROFILO EUROPEO IL PRIMO SEGRETARIO DEL PD GARANTE IDEALE DEL RENZUSCONI.

Chi è il Candidato, con la maiuscola, su cui il Condannato ha iniziato a ragionare domenica scorsa ad Arcore con i suoi fedelissimi? Il Candidato per il Quirinale, naturalmente. La successione a Giorgio Napolitano è il Grande Gioco innescato dalle indiscrezioni di sabato scorso sulla “stanchezza” di Re Giorgio e dalla conseguente ipotesi delle sue dimissioni nel bimestre gennaio-febbraio del ‘15. E il “ragionamento” aperto dall’ex Cavaliere è la prova regina che il patto del Nazareno con Matteo Renzi reggerà nonostante l’ammuina sull’Italicum su soglie di sbarramento e compromessi sulle quote di nominati. Come vanno spiegando, sino allo sfinimento, le colombe forziste “la pietra angolare su cui poggia il Nazareno è l’elezione del capo dello Stato ed è impensabile che Berlusconi si tiri fuori”. (altro…)

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Le notizie della settimana sono queste:
1. Berlusconi ha dichiarato alla stampa estera che alla fine della legislatura nel maggio del 2013 non si candiderà più come capo del governo ma resterà leader del suo partito.
2. Ventiquattro Paesi dell’Unione europea su ventisette hanno respinto la richiesta italiana di accogliere gli immigrati sbarcati sulle nostre coste. A fianco dell’Italia sono rimaste Malta e la Grecia.
3. Il piano economico e finanziario preparato da Tremonti per il prossimo biennio prevede una crescita del Pil dall’1 all’1,6 per cento. La disoccupazione e la pressione fiscale resteranno ferme sulle posizioni attuali. Il debito pubblico si è nel frattempo attestato al 120 per cento e non diminuirà fino al 2014. (altro…)

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A volte le coincidenze della vita possono essere drammaticamente beffarde: il giorno in cui un attivista dei diritti umani viene brutalmente assassinato a Gaza è lo stesso in cui Veltroni e Pisanu illustrano la loro visione del mondo in una lettera al Corriere, riuscendo nella non banale impresa di accatastare qualche migliaio di battute senza esprimere un solo concetto degno di nota.
E’ l’impietoso, dolente, drammatico confronto tra quelli che fanno, e a forza di fare ci rimettono la pelle, e quelli che chiacchierano, e a forza di chiacchierare finiscono per non essere più capaci di dire niente; tra quelli di cui non si sa quasi nulla, finché non fanno una brutta fine in nome delle cose in cui credono, e quelli di cui si sa tutto, perfino il piatto preferito e la squadra del cuore, ma in cosa credano è dato sapere sempre più di rado, per non dire mai. (altro…)

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Nuovi arrivi da Saturno. Dopo Passera e Mancuso, l’astronave che riporta in patria gli italiani reduci dallo spazio, praticamente una navetta, ci ha restituito ieri Uòlter Veltroni. Il quale, appena atterrato, ha scritto una lettera agli italiani: “Scrivo al mio Paese e vi dico che cosa farei”. E, per risparmiare sull’affrancatura, l’ha mandata al Corriere. Il genere epistolare non deve stupire: tutti i migliori comici, da Totò a Peppino, da Benigni a Troisi, ne han fatto largo uso. Totò, salendo sul wagon lit, chiamava a raccolta “fuochisti, macchinisti, ferrovieri, frenatori, uomini di fatica”. Uòlter, scendendo dall’Ufo, si rivolge “agli italiani che tornano a casa”, ma anche “a quelli che non si sono mossi”; a quelli che non si sono mossi “perché lavoravano”, ma anche a quelli che non si sono mossi “perché non possono lavorare”; “agli imprenditori”, ma anche “ai nuovi poveri italiani” (a quelli vecchi no). A tutti rammenta che “in fondo due anni fa quasi 14 milioni di italiani fecero la croce sul simbolo che conteneva il mio nome come candidato premier”. Ecco, 14 milioni di croci sul suo nome. Ma lui non sospettò nulla. Anzi seguita a interrogarsi su quella banale questione aritmetica che gli negò la vittoria: “Se un milione e mezzo dei 38 milioni di votanti avesse scelto il centrosinistra riformista invece di Berlusconi, ora saremmo noi a guidare il Paese. Ma non è successo, per tanti motivi. Come cercherò altrove di approfondire, credo più per ragioni profonde e storiche che per limiti di quella campagna elettorale che si concluse col risultato più importante della storia del riformismo italiano”. Ha perso, ma è come se avesse vinto (infatti ora spiega come si vince: “No a sante alleanze anti-premier, così si perde”, parola di esperto). Comunque non è stata colpa sua. Due anni su Saturno non gli son bastati per capire cosa accadde nel 2008, ma cercherà “altrove di approfondire”. (altro…)

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