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Posts Tagged ‘Eugenio Scalfari’

REPUBBLICA.

Chissà se oggi i giornali e i tg, l’Ordine dei giornalisti e la Federazione della stampa, ma anche il premier Letta e la presidente della Camera Boldrini, denunceranno la nuova “gogna per giornalisti” e solidarizzeranno con la vittima. L’interrogativo sorge spontaneo, visto che la gogna non l’ha allestita Grillo contro una penna ostile ai 5 Stelle, ma Eugenio Scalfari contro Barbara Spinelli, la più prestigiosa editorialista di Repubblica, cioè del suo stesso giornale. Finora soltanto Gad Lerner, anche lui firma illustre del quotidiano, ha osato criticare sul suo blog la “ramanzina sgradevole, impropria e di pessimo gusto”. Diversamente dal blog Grillo, che pubblica stralci di articoli menzogneri e poi ne smonta il contenuto (talvolta insultandoli, come con la Oppo, talvolta no, come con Merlo e Battista), Scalfari fa di peggio. (altro…)

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scalfariLunga la strada, stretta la via, ma la marcia è cominciata”. Così, con un titolo alla Wertmüller (Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto) o alla Arbore (Ffss: cioè che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?), uno Scalfari strapazzato da anomala passione celebra il governo in una memorabile articolessa su Repubblica , affiancata da un imperituro titolone sul decreto del fare, ma soprattutto del dire e del baciare: “Letta: ‘80 misure per ripartire’”. Sono belle cose. Soddisfazioni. Uno guarda ‘sto Letta, così smunto e gracilino, magari pensa a Berlusconi e Brunetta che gli scrivono i testi, e tutto immagina fuorché “80 misure per ripartire”. Invece zac! eccole qua, l’una in fila all’altra. Merito anzitutto di Saccomanni, che “non è semplicemente un banchiere”: no – assicura Scalfari – “è anche dotato di fiuto politico” ed è un po’ come la Dea Calì: “ha contatti con le altre Banche centrali, il Fondo monetario, la Banca dei regolamenti, la Banca europea degli investimenti, la Commissione di Bruxelles e soprattutto la Bce di Draghi”, sempre sia lodato. (altro…)

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Domenica, su Repubblica, Eugenio Scalfari ha risposto a Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte costituzionale nonché illustre collaboratore del suo giornale, che venerdì aveva fatto a pezzi il conflitto di attribuzione di Napolitano contro la Procura di Palermo e gli argomenti dei supporter del Quirinale, Scalfari in pr imis. Ma, oltre a contrapporre i propri argomenti a quelli di Zagrebelsky, il fondatore di Repubblica lo ha anche attaccato personalmente, dipingendolo come uno sprovveduto, ignorante, disinformato e scorretto (“Zagrebelsky mostra di non rendersi conto…”, ha commesso “una scorrettezza che è lui il primo a considerare grave”, “non dovrei esser io a ricordare a un ex presidente della Corte…”, “forse Zagrebelsky non era al corrente di questo interessante dettaglio”, per non parlare della “delusione” provocata in lui dall’adesione del giurista all’appello del Fatto per i magistrati siciliani). (altro…)

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L’andamento del vertice di Bruxelles, i provvedimenti presi e immediatamente esecutivi, gli obiettivi di fondo per la costruzione di un nucleo politico di Stato federale europeo, sono stati già ampiamente illustrati. I protagonisti hanno parlato e commentato. I mercati hanno risposto in modo estremamente positivo. Le Borse – specialmente quelle italiane spagnole francesi e Wall Street – hanno segnato i massimi di tutto l’anno; lo “spread” italiano è diminuito di 50 punti-base, il tasso di cambio euro-dollaro è aumentato di 2 punti-base. (altro…)

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QUESTA mattina si sta votando in Grecia e tra poche ore conosceremo il risultato, ma hanno sbagliato quanti (ed io con loro) hanno attribuito al voto il valore d’un referendum  pro o contro l’euro e pro o contro l’Europa. Non è affatto così. Tutti i partiti greci, quelli tradizionali e quello di opposizione (socialista massimalista), non vogliono affatto uscire     dall’Unione europea e abbandonare la moneta comune. Quanto agli elettori, essi sono     perfettamente consapevoli che tornare alla dracma sarebbe un disastro di proporzioni immani; un sondaggio pre-elettorale prevede addirittura una vittoria dei partiti tradizionali, quelli cioè che si sono assunti la responsabilità del rigore tedesco, il che è tutto dire.La Greciaquindi non se ne andrà dall’euro a meno che non siala Germaniaa sbatterla fuori. (altro…)

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IL CANTIERE per la costruzione dell’Europa e per la messa in sicurezza dell’euro è stato finalmente aperto e registra alcune novità di notevole importanza. Per comprendere che cosa stia accadendo occorre anzitutto distinguere due diversi livelli operativi: quello dell’emergenza, con obiettivi di breve e brevissimo termine, e quello a più lungo raggio della nascita di un’Unione europea molto più integrata e con maggiore sovranità politica. I protagonisti che operano su entrambi i campi di gioco sono la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Hollande, il presidente del Consiglio italiano Mario Monti, il presidente della Bce, Mario Draghi, e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. (altro…)

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LA VECCHIA Italiaaffondò durante una giornata gonfia di tempesta e di presagi, nell’autunno del 1958: Papa Pio XII moriva in mezzo a una corte  disfatta di cardinali decrepiti, di astuti procacciatori d’affari, di monache fanatiche, di nipoti parassiti. Nel palazzo papale di Castel Gandolfo, mentre il temporale gonfiava le acque del lago e lo scirocco spalancava le imposte e si  ingolfava tra le tende e nei corridoi, dignitari laici ed ecclesiastici  si preparavano a sgombrare. Ciascuno cercava di portar via, anche fisicamente, quanto più poteva; ma soprattutto ciascuno brigava per conservare qualche  beneficio; una carica lucrosa, una fetta, per piccola che fosse, di quel potere che fino a quel momento da oltre dieci anni era stato amministrato senza scrupoli e senza concorrenze. (altro…)

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Sapremo tra poche ore se Hollande sarà eletto presidente della Francia e sapremo domani l´esito delle elezioni amministrative italiane dove nove milioni di cittadini hanno diritto di votare per mille Comuni al di sopra dei 15 mila abitanti. Quale sarà l´affluenza alle urne è tuttora un punto interrogativo ed è un´incognita della massima importanza.
Sapremo subito dopo qualche giorno quale sarà il nuovo governo francese e anche i risultati delle elezioni in Egitto e delle cantonali in Germania.
Si apre insomma una settimana densa di fatti politici con ripercussioni economiche e soprattutto sociali. (altro…)

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Mario Monti è scoraggiato. Lo capisco. Il compito di mettere al sicuro i conti pubblici per evitare che l’Italia facesse la fine della Grecia l’ha portato a termine egregiamente, ma subito dopo un secondo compito gli incombeva: quello di avviare la crescita della domanda e degli investimenti, ma questa seconda fase, senza la quale anche il “salva Italia” rischia di diventare periclitante, è molto più difficile, stenta a mettersi in moto. La ragione di questo surplace è evidente: la lotta contro la recessione – perché di questo si tratta – non si può fare se non è l’intera Europa ad intraprenderla e questo non è avvenuto.

L’Europa continua ad essere latitante. La Francia è concentrata nelle elezioni presidenziali e per ora non pensa ad altro. La Germania non condivide le politiche di rilancio della domanda che per essere efficaci comporterebbero che fosse proprio Berlino ad assumersene la guida. La Gran Bretagna è isolata e comunque impotente. La Spagna non ha ancora messo al sicuro i suoi conti ed è sotto attacco della speculazione, appesantita per di più da un incredibile 23 per cento di disoccupazione. Perfino la Bce, la sola istituzione veramente europea che è stata finora all’altezza dei compiti che le sono affidati, deve ora difendere la propria autonomia, messa in questione dai falchi della Bundesbank. (altro…)

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Se n´è andata una ragazza. Una vecchia e grande ragazza che ha combattuto battaglie civili per tutta la vita, volontaria, militante, giornalista e soprattutto persona. Con allegria. L´allegria di chi sa di compiere un dovere e di esprimere in quel modo il suo amore verso gli altri. Senza dimenticare l´amore verso se stessa che si chiama dignità.Insieme a tanti altri sentimenti intensamente vissuti, Miriam Mafai aveva nel sangue anche la capacità e la voglia di comunicare; il giornalismo per lei fu dunque una passione e una vocazione prima ancora che una professione. Una passione che favorì l´incontro tra la sua militanza di parte e lo sforzo di capire le ragioni degli altri che è la pre-condizione per il dialogo senza pregiudizi e quindi la possibile sintesi che assicura la convivenza sociale al tempo stesso dialettica e dinamica. (altro…)

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I PROBLEMI da risolvere sono tanti, economici e politici, ma tre sovrastano tutti gli altri perché rappresentano la chiave che può aprire la porta oltre la quale c’è la salvezza, e sono: l’evasione fiscale, il precariato, la creazione di nuovi posti di lavoro.
Ce n’era un quarto, la messa in sicurezza dei conti pubblici e del debito sovrano, ma questi sono già stati risolti nei primi tre mesi del governo Monti dalle congiunte azioni dei due Mario, quello che lavora a Palazzo Chigi e l’altro che sta a Francoforte nella sede turrita della Bce. Le dimensioni dell’evasione appaiono lampanti dalla tavola dei redditi resa nota nei giorni scorsi, aggiornata al 2010. Di solito, nelle società dove le imposte sono normalmente pagate, la distribuzione del reddito configura una trottola con un vertice sottile, una coda altrettanto sottile e un grosso corpo al centro; i ricchi, i poveri e la grossa pancia dove si addensa il ceto medio. (altro…)

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Lo “spread” è quasi dimezzato rispetto a tre mesi fa, ma c’è anche chi scrive (Guido Gentili sul “24 Ore” di venerdì scorso) che uno “spread” a livelli pericolosi dava al governo Monti l’energia dell’emergenza e imponeva ai partiti di appoggiarlo senza riserve, mentre il recupero di una quasi normalità finanziaria allenta i vincoli della strana maggioranza esistente rendendo più fragile la tenuta del governo.
Questa riflessione è paradossale ma come tutti i paradossi contiene una parte di verità. Alcune fastidiose gaffe di ministri e di sottosegretari e alcuni drammatici episodi in Nigeria e in India hanno nei giorni scorsi dato la stura a critiche e ad uno scollamento evidente nel rapporto tra i partiti e il governo. La recessione in corso ha accentuato il malessere di molte categorie. (altro…)

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Fino a poco tempo fa si diceva che l´Europa avesse molti problemi, uno dei quali era la Grecia ma i più preoccupanti erano la Spagna e soprattutto l´Italia. Oggi però risulta chiaro che il vero problema è l´Europa, anzi l´Europa tedesca perché è la Germania a dare il “la” a tutta l´orchestra delle istituzioni europee. Il presidente del Consiglio, Herman Van Rompuy, il presidente della Commissione Manuel Barroso, i commissari, i direttori generali e i loro vice, i segretari del Parlamento di Strasburgo e i funzionari delle commissioni parlamentari: una vasta e potente burocrazia plurinazionale dove i posti-chiave sono in mano a tedeschi e francesi e ai loro stretti alleati e dove le funzioni politiche sono esercitate da una tecnostruttura che ha gli occhi costantemente rivolti a Berlino. (altro…)

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Vent’anni dopo Tangentopoli la Corte dei conti, ripetendo una denuncia più volte portata all´attenzione del governo, del Parlamento e della pubblica opinione, ha segnalato che la corruzione è il male più diffuso nella società italiana e l´ha quantificata in 60 miliardi annui. Sommandola all´effetto tributario di minori entrate derivanti dall´evasione (quantificabile in 120 miliardi), si ha una cifra complessiva di 180 miliardi.
C´è una differenza tra il 1992 ed oggi, è stato chiesto a Gerardo D´Ambrosio che fu uno dei protagonisti della stagione di Mani pulite? Ha risposto: «Sì, allora si rubava per il partito, oggi si ruba per se stessi». (altro…)

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Ci sono due temi di stringente attualità ai quali voglio oggi dedicare queste mie riflessioni: il probabile fallimento greco e le sue ripercussioni sull´Europa; i partiti e la democrazia italiana dopo Monti (e dopo Napolitano). Al centro di questa tenaglia c´è il paese Italia con i suoi vizi (molti) le sue virtù (poche) le sue contraddizioni (infinite).
Comincio dal primo: il fallimento greco e la sua uscita dall´euro è ritenuto pressoché inevitabile entro il prossimo marzo o al più tardi nel prossimo autunno. La società di quel paese ha dichiarato guerra al governo che ha tentato di attuare il piano di austerità impostogli dall´”Europa tedesca”. Inutilmente. L´aumento del debito in rapporto al Pil è alle stelle (180 per cento) e altrettanto alle stelle i rendimenti del debito sovrano che il sistema bancario internazionale giudica ormai carta straccia tanto da accettarne (malvolentieri) una liquidazione solo con uno sconto del 70 per cento.
La situazione si è dunque avvitata e non si avvistano alternative valide, se ne può soltanto prolungare l´agonia. (altro…)

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Come in molti temevamo, l´articolo 18 è diventato un´ossessione ideologica sia per il governo sia per i sindacati. Il governo ne fa una condizione preliminare per la riforma del mercato del lavoro: se non si abolisce o almeno non si riscrive togliendo di mezzo l´ipotesi del reintegro dei licenziati, non si potrà migliorare la flessibilità in entrata e in uscita dei posti di lavoro e non si potrà combattere efficacemente il precariato.
I sindacati dal canto loro lo considerano la sola vera protezione dell´occupazione esistente nelle piccole aziende, che sono l´enorme maggioranza dell´economia italiana e quindi si oppongono a qualunque ritocco di quella norma. (altro…)

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Non era un uomo delle istituzioni ma un uomo politico prestato alle istituzioni. In questo tratto della sua biografia Oscar Luigi Scalfaro somigliava più a Napolitano che a Ciampi. Anche Napolitano infatti è stato per molti anni un uomo di partito, un dirigente politico, ma nella seconda parte della sua vita emerse una vocazione che fino ad allora era rimasta sopita e le istituzioni, sia a Roma sia a Bruxelles, diventarono per lui una condizione molto importante. Forse fu il suo modo di superare l’esperienza comunista senza tuttavia rinnegarla. Scalfaro non aveva nulla da superare se non un episodio di intemperanza che per molti anni lo perseguitò: il preteso schiaffo che aveva dato ad una giovane signora incontrata in un ristorante e abbigliata in modo troppo audace, che aveva scandalizzato il cattolico magistrato (allora era quella la sua professione). Nel suo racconto non ci fu nessuno schiaffo ma un diverbio sì. Quando molti anni dopo ne parlammo insieme, lui ancora si rimproverava d’essere andato oltre la giusta misura. La nostra amicizia cominciò in occasione d’un dibattito parlamentare sul tema del Concordato. (altro…)

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“Quando il sindacato mette al primo posto del suo programma la disoccupazione vuol dire che si è reso conto che il problema è angoscioso e tragico e che ad esso debbono essere sacrificati tutti gli altri obiettivi. Per esempio quello, peraltro pienamente legittimo per il movimento sindacale, di migliorare le condizioni degli operai occupati. Ebbene, se vogliono esser coerenti con l´obiettivo di far diminuire la disoccupazione, è chiaro che il miglioramento delle condizioni degli operai occupati passa in seconda linea.
La politica salariale nei prossimi anni dovrà essere molto contenuta e il meccanismo della cassa integrazione dovrà esser rivisto da cima a fondo. Non possiamo più obbligare le aziende a trattenere un numero di lavoratori che supera le loro possibilità produttive, né possiamo continuare a pretendere che la cassa integrazione assista in via permanente i lavoratori eccedenti. (altro…)

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All´indomani del cosiddetto “tsunami” provocato dall´agenzia di rating Standard&Poor´s ci sono alcuni fatti certi dai quali bisogna partire. Sono i seguenti:
1. Lo “tsunami” non c´è stato. Le Borse hanno registrato modesti ribassi, Piazza Affari ha perso l´1 per cento, le altre Borse europee hanno oscillato intorno al mezzo per cento di perdita, l´Austria, colpita anch´essa dal “downgrade”, ha addirittura chiuso in rialzo.
2. Standard&Poor´s ha declassato nove paesi su diciassette, cioè ha attaccato non un paese specifico ma l´intera economia europea e quindi, indirettamente, anche la Germania che senza l´Europa vivrebbe malissimo. Si è trattato dunque d´un giudizio politico più che economico.
3. Per quanto riguarda l´Italia questo attacco ha avuto come effetto quello di rafforzare il governo Monti, tanto più che la stessa Standard&Poor´s ha apprezzato la politica di Monti nel momento stesso in cui declassava di due punti il nostro debito sovrano mandandolo in serie B. (altro…)

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Abbiamo più volte osservato che Mario Monti non è un tecnico ma un uomo politico di grande livello, attento alle relazioni con la società civile, con le organizzazioni sindacali e con le forze politiche. Ma sta rivelando un´insolita capacità nella politica estera, applicata principalmente ai temi che riguardano l´economia e agli strumenti finanziari che ne costituiscono la leva; ma non soltanto.
La politica estera di Monti mira più in alto. L´obiettivo finale, se riuscirà nel suo intento, si propone di rafforzare un potere federale europeo che, pur mantenendo in vita i governi nazionali, ne restringa la sovranità e modifichi la distribuzione dei poteri all´interno delle istituzioni europee, accrescendo quelli del Parlamento di Strasburgo, della Commissione di Bruxelles e della Banca centrale. (altro…)

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