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Posts Tagged ‘Marco Lillo e Valeria Pacelli’

L’ad Consip e il fedelissimo parlavano di appalti e del “grande capo” Renzi.

C’era un’amichetto di qualcuno vicino a Renzi che avrebbe dovuto consegnare le casette per i terremotati di Amatrice anche se era arrivato secondo nella gara? È questo che sembra dire Filippo Vannoni al telefono al numero uno di Consip Luigi Marroni durante un filo diretto tra Palazzo Chigi e la Centrale acquisti sul tema. (altro…)

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renzi

L’imprenditore confidò di aver saputo di una lista di dieci imprenditori “protetti” perché vicini all’allora premier.

Un veloce appuntamento di lavoro. Così Tiziano Renzi, padre dell’ex premier, ha spiegato ai magistrati l’incontro fuori dal parcheggio dell’aeroporto di Fiumicino a Roma – che aveva insospettito gli investigatori – del 7 dicembre 2016. Era partito da Rignano sull’Arno per arrivare vicino Roma, parlare per 40 minuti con una persona e tornare a casa. Un incontro che in un’informativa del 9 gennaio viene definito “singolare” e che avviene due giorni dopo che la Procura di Napoli aveva iniziato ad intercettare “babbo” Renzi. Al pm romano Paolo Ielo e alla collega di Napoli Celeste Carrano, sentito due giorni fa come indagato (è accusato di traffico di influenze illecite), Tiziano Renzi spiega che quella incontrata è una persona con la quale lavora e fornisce anche il nome. Nessun collegamento con le vicende dell’inchiesta Consip. (altro…)

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De Benedetti

Il decreto Popolari e i contatti con Palazzo Chigi.

La Procura di Roma ha chiesto di archiviare il procedimento nel quale sono finite le conversazioni di Carlo De Benedetti che si vantava al telefono di avere avuto una dritta da ambienti vicini a Palazzo Chigi sull’imminente decreto sulle Banche Popolari e chiedeva ai suoi intermediari di investire perché era un buon affare.

Nell’ambito di questo procedimento sono stati sentiti prima Carlo De Benedetti e poi Matteo Renzi, entrambi come persone informate dei fatti perché nessuno dei due è indagato. In questa inchiesta è indagato invece Gianluca Bolengo, in quanto amministratore delegato di Intermonte Sim. Con un’apposita nota di ‘cortesia istituzionale’ il Procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, appena sono uscite le notizie sull’esame di Renzi, ha comunicato la richiesta di archiviazione per l’intermediario per l’accusa di ostacolo alla vigilanza. (altro…)

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Renzi

I pm di Roma a Palazzo Chigi – Il premier teste per capire se da “uomini vicini a lui” giunsero a De Benedetti notizie riservate sul decreto delle Popolari. In Borsa boom di acquisti dell’Ingegnere.

Matteo Renzi è stato sentito qualche settimana fa dalla Procura di Roma come persona informata sui fatti nell’inchiesta sulle presunte plusvalenze sospette ottenute in Borsa con le compravendite di azioni delle banche popolari, a ridosso del decreto del governo che le trasformava in società per azioni. Il verbale di Renzi è stato secretato. Chi ha portato i magistrati romani a bussare a Palazzo Chigi è l’ingegnere Carlo De Benedetti. (altro…)

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MarinoDichiarazioni inesatte su pranzi e viaggi. Lui nega: “Ma pagherò 20 mila euro di tasca mia”.

L’ultima dichiarazione di Ignazio Marino che non corrisponde al vero è quella firmata il 5 maggio del 2015: “Con riferimento al pagamento di euro 125,00 effettuato in data 4 maggio 2015 in favore del ristorante ‘Tre Galli’ di Torino, con la carta di credito per la carica di sindaco, dichiara sotto la propria responsabilità che detto pagamento è relativo a una cena offerta per motivi istituzionali a don Damiano Modena incontrato ad Alessandria in occasione della presentazione del suo libro. In fede. Prof. Ignazio R. Marino”. Peccato che la cena fosse a Torino e don Damiano Modena,dopolapresentazione, abbia dormito ad Alessandria.   Marino, ha raccontato il prelato al Corriere della Sera ieri, andò via prima della fine dell’incontro. Al ristorante di Torino “I tre Galli” raccontano: “Marino quella sera era con 4 persone. Uno di loro prese solo un tè perché non stava bene. Gli altri hanno mangiato con lui”.   (altro…)

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MarinoIl destino di Roma    Il Comune non deve essere sciolto per mafia, ma bisogna allontanare gli amministratori coinvolti nell’inchiesta per “omesso controllo”.

L’ ultimo colpo contro il traballantesindacodiRomaèarrivato ieri sera dal Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza presieduto dal Prefetto Franco Gabrielli e allargato per l’occasione al Procuratore Capo di Roma, Giuseppe Pignatone. Il consiglio comunale di Roma non sarà sciolto per mafia ma la Capitale subirà l’onta di essere definita dalle massime autorità di sicurezza una città condizionata dalla mafia e potrebbero essere sciolti i municipi e dipartimenti più infiltrati. A saltare, per ora, secondo il Prefetto Franco Gabrielli dovrebbero essere quindi non i politici del Campidoglio male seconde linee locali e amministrative. A partire dai dirigenti incapaci di resistere alle blandizie degli amici di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati.

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Mafia capitale

NELL’INDAGINE DEL ROS DEI CARABINIERI IL “SISTEMA ROMA”, LA GESTIONE DI APPALTI E NOMINE, IL PRESUNTO BOSS ORA IN CELLA E L’EX SINDACO ALEMANNO INDAGATO. E LA VIOLENZA.

I magistrati la chiamano ‘mafia capitale’. Ci voleva un nome nuovo per un’organizzazione davvero nuova che non ha nulla a che vedere con la Banda della Magliana né con Cosa nostra né con la ‘fasciomafia’ di cui si era letto recentemente. Il Ros dei Carabinieri guidato dal generale Mario Parente ha svelato davvero una realtà sorprendente grazie a tecniche sofisticate e a un impegno massiccio di uomini e mezzi: questa mafia nuova, una mafia 2.0, domina Roma con la forza dell’intimidazione anche se non ha bisogno di usare spesso la violenza, come ogni mafia che si rispetti. Diventa forte con la destra di Alemanno al potere ma è bipartisan e taglia gli schieramenti come le classi sociali. La “Mafia Capitale”, smantellata da un’operazione della Procura di Roma, guidata da Giuseppe Pignatone ha un solo capo indiscusso: Massimo Carminati, classe ‘58, il “Cecato”, un passato tra Banda della Magliana e destra eversiva, che dopo essere uscito indenne da tutti i precedenti guai giudiziari, domenica scorsa è stato arrestato, con l’accusa di associazione mafiosa. (altro…)

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Volo taxi

LA CANDIDATA AL QUIRINALE POTREBBE ESSERE INDAGATA PER IL FALCON SU MISURA CHE L’HA PORTATA A CASA NONOSTANTE FOSSE IN MISSIONE DI ADDESTRAMENTO.

Il caso del volo “di addestramento” su misura del ministro Roberta Pinotti potrebbe arrivare al Tribunale dei ministri entro fine novembre, intralciando la sua corsa al Quirinale. Il procedimento nato dall’esposto dei deputati M5S Luca Frusone e Alessandro Di Battista potrebbe subire questo destino: entro la fine di questa settimana il ministro potrebbe essere iscritto sul registro degli indagati dal pm Roberto Felici. Ed entro fine novembre il procuratore capo Giuseppe Pignatone potrebbe trasmettere il fascicolo al Tribunale dei ministri. Le conseguenze politiche sarebbero pesanti: le eventuali indagini entrerebbero nel vivo proprio alla vigilia della corsa per il Quirinale che vede Roberta Pinotti in buona posizione. (altro…)

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Antonio AngelucciNELL’INCHIESTA ROMANA È STATO INTERCETTATO ANCHE L’EDITORE DI LIBERO ANGELUCCI PER VIA DI UNA CONTROLLATA LUSSEMBURGHESE GIÀ NOTA ALLE CRONACHE.

Per capire cosa sia diventato il Pd nell’era di Matteo Renzi bisogna partire da un ex convento ristrutturato nel cuore di Trastevere, in via della Cisterna 22. Qui si intrecciano i destini dell’onorevole Marco Di Stefano, renziano dell’ultima ora ma subito promosso coordinatore alla Leopolda; di Arnaldo Rossi, presidente del quotidiano Libero (di Tonino Angelucci, senatore di Forza Italia) e infine quelli del costruttore Daniele Pulcini.
SECONDO L’IPOTESI accusatoria dei pm romani l’ex assessore regionale al demanio Marco Di Stefano sarebbe stato corrotto da Daniele Pulcini con una mazzetta di 1,8 milioni di euro perché la controllata della Regione, Lazio Service prendesse in affitto una nuova sede di proprietà del gruppo Pulcini. La manovra era destinata a far aumentare, grazie al canone annuo stratosferico di complessivi 7 milioni e 327 mila euro, il valore dei due palazzi in via del Serafico. I Pulcini riuscirono – grazie all’affitto pagato dai contribuenti – a vendere i palazzi all’Ente di Previdenza e Assistenza dei Medici, Enpam con una plusvalenza enorme di 53 milioni di euro.

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Assunta Madre

I PM ROMANI ORDINANO AL CAPO DELLA SQUADRA MOBILE DI BLOCCARE GLI ASCOLTI NEL RISTORANTE IN CUI IL FRATELLO DI DELL’UTRI HA SVELATO IL PIANO DI FUGA DELL’EX SENATORE.

Quella cimice nel privé di Assunta Madre, piazzata per indagare sul patron del ristorante, registrava troppi colloqui riservati. Non solo quello nel quale si progettava la fuga in Libano che è costato l’arresto a Marcello dell’Utri a Beirut. Ma, secondo l’anticipazione di ieri del settimanale Panorama in edicola, anche le confidenze di un grande imprenditore che si vantava di avere stoppato addirittura gli arresti di un’indagine grazie ai suoi amici in magistratura. Poco dopo avere inciso le registrazioni imbarazzanti per Dell’Utri e per i magistrati, la Procura di Roma ha ordinato alla cimice di tapparsi le orecchie quando captava confidenze estranee al focus dell’inchiesta sul ristoratore Gianni Micalusi.   (altro…)

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Il cielo sul Papa

L’ISTITUTO VATICANO CHIUDE MOLTI CONTI, MA I SOLDI LI SPOSTANO IN SVIZZERA: ESTERO SU ESTERO.

Un investigatore sotto garanzia di anonimato la definisce così: “una delle più grandi operazioni di ripulitura del denaro nero”. Centinaia di milioni di euro depositati sui conti dell’Istituto Opere Religiose Ior, stanno uscendo in queste ore verso paesi esteri, anche a bassa fiscalità e con scarsa trasparenza come la Svizzera, senza che il Vaticano comunichi all’Italia i nomi dei correntisti (potenziali evasori se non peggio) né la destinazione. Lo Ior sta ripulendo la sua clientela intimando a 1250 correntisti di lasciare la banca vaticana con una lettera di recesso unilaterale. (altro…)

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MAMINISTRO E PDL SCARICANO LE RESPONSABILITÀ SU PROVVEDIMENTI PRESI DA PREFETTO E TRIBUNALI.

L’espulsione di Alma è stata certificata e approvata dai magistrati. Il ministro Angelino Alfano e tutto il Pdl (da Gasparri a Cicchitto) ieri hanno ripetuto questo concetto in Parlamento e in tv. La procedura di espulsione di Alma Shalabayeva “è stata regolare”, come “accertato e convalidato da 4 provvedimenti dell’Autorità giudiziaria”. È la fragile linea Maginot eretta da Alfano a difesa della scriteriata operazione avviata dai contatti con l’ambasciatore kazako. Eppure quella delle “quattro autorità giudiziarie” che avrebbero accertato la correttezza della sciagurata espulsione di Alma e di sua figlia Alua, è una balla. La procedura che ha portato coattivamente una donna nelle mani del principale nemico del marito non è stata convalidata da quattro distinti provvedimenti dell’Autorità giudiziaria di Roma come da giorni si dice da più parti. (altro…)

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IOR

LA BANCA DEL FUCINO CHIESE SPIEGAZIONI ALL’ISTITUTO VATICANO PER BONIFICI DA 100 MILA EURO. LA RISPOSTA: PROVENTI PERSONALI.

L’operazione fallita dei 20 milioni di euro da far rientrare in Italia non era la prima che veniva messa a segno da monsignor Nunzio Scarano e dallo 007 Giovanni Maria Zito. Nell’informativa rivelata ieri dal Fatto, in cui emergono anche i rapporti del prelato col capo della gendarmeria vaticana Dome-nico Giani e con il direttore della Direzione centrale anticrimine, Gaetano Chiusolo, c’è anche un altro episodio che spiega la politica applicata in questi anni dallo Ior per tutelare i propri correntisti. Scarano, nel maggio 2012, sposta 100 mila euro dalla banca vaticana alla filiale della banca del Fucino. Per farlo dispone due bonifici da 50 mila euro ognuno.  (altro…)

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Vaticano

IL PRELATO INCONTRA IL CAPO DEI SERVIZI VATICANI E TELEFONA AL PREFETTO CHIUSOLO.

Monsignor Nunzio Scarano, finito in cella per corruzione quattro giorni fa,aveva contatti di altissimo profilo. E li usava per farsi restituire i 400 mila euro pagati al suo complice dei servizi segreti, Giovanni Zito, con il quale aveva litigato. Nelle intercettazioni che Il Fatto ha visionato ci sono conversazioni con il capo della gendarmeria vaticana, Domenico Giani e persino con il direttore della Direzione centrale anticrimine italiana (Dca), il prefetto Gaetano Chiusolo. Tutti rapporti finiti nell’informativa del Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza guidato dal generale Giuseppe Bottillo e depositata in Procura di Roma a febbraio.  (altro…)

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Papa Francesco

DIMESSI IL NUMERO UNO E IL SUO VICE INDAGATI DA TRE ANNI PER RICICLAGGIO.

Il vento nuovo di papa Francesco finalmente si abbatte sullo Ior e spalanca le porte della banca vaticana. Ne escono il numero uno e il numero due dell’Istituto, indagati per violazione delle norme antiriciclaggio da tre anni dai pm romani Nello Rossi e Stefano Fava, senza che il segretario di Stato Tarcisio Bertone muovesse un dito. Da ieri le funzioni di direttore del-l’Istituto sono state assunte ad interim dal presidente dello Ior, il tedesco Ernst von Freyberg, che sarà coadiuvato da Rolando Marranci in qualità di vice direttore e da Antonio Montaresi nella nuova posizione di chief risk officer. Si cercano due sostituti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il coinvolgimento dello Ior nell’indagine su Nunzio Scarano. (altro…)

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DENUNCIÒ PRESSIONI DAL QUIRINALE SULLE SUE INCHIESTE.

Calunnia e offesa al Capo dello Stato. Sono questi i reati per i quali è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma, Robert Schulmers, il procuratore della Corte dei Conti di Bolzano che ha denunciato una serie di pressioni del Colle sui vertici della Corte dei Conti a favore del presidente della Provincia autonoma di Bolzano, il leader del partito Su¨dtiroler Volkspartei, Luis Durnwalder. I pm capitolini titolari dell’indagine, Nello Rossi e Stefano Pesci, infatti, non hanno aspettato altro tempo e dopo la notizia rivelata da Il Fatto, hanno subito indagato il procuratore contabile.   (altro…)

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MPSL’EX PRESIDENTE MONTE PASCHI È STATO INDAGATO. I PM VAGLIANO I FLUSSI DI DENARO CON SAN MARINO.

San Marino e il Vaticano. Sono queste le due mete possibili della presunta mazzetta pagata sull’acquisto di Antonveneta. A Siena i pm Antonino Nastasi, Giuseppe Grosso e Al-do Natalini oggi sentiranno come indagato l’ex direttore generale di Monte Paschi Antonio Vigni, l’uomo che ha firmato il contratto con Nomura per nascondere per tre anni perdite per centinaia di milioni di euro nel bilancio. Sempre oggi il Cda di Mps ascolterà la relazione dell’ad Fabrizio Viola che dovrebbe comunicare una stima del buco.

INTANTO LE INDAGINI vanno avanti. E aumenta il numero degli ex manager di Mps sul registro degli indagati: per ostacolo all’Autorità di vigilanza anche i due ex direttori finanziari di Mps, Daniele Pirondini e Marco Morelli (oggi country executive per l’Italia di Merril Lynch) ed è indagato per falso in prospetto Raffaele Giovanni Rizzi, responsabile dell’area legale MPS. L’operazione al centro dell’attenzione dei magistrati è il prestito obbligazionario FRESH. I pm senesi ritengono che Mussari, Vigni, Pirondini e Morelli abbiano nascosto alla Banca d’Italia e al mercato la vera natura di quel bond da un miliardo. (altro…)

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D'AlemaNON SOLO RIVA PER BERSANI:A LETTA 15 MILA EURODAL RE DELLE SLOT E 25 MILA DA RANA. 40 MILA A VENDOLA DAL TRUFFATORE DEI TRIBUTI. MENTRE RENZI OSCURA TUTTO.

Non ci sono solo i 98 mila euro donati dalla famiglia Riva a Pier Luigi Bersani. A sfogliare i libroni dei contributi registrati alla Camera dei deputati, si scopre che la sinistra italiana negli ultimi dieci anni spesso non ha guardato troppo per il sottile di fronte a un generoso imprenditore. Per restare in tema di acciaierie, Enrico Letta ha incassato 40 mila euro nel 2008, proprio come Bersani, dall’associazione padronale di categoria, quella Federacciai che vanta come vicepresidente Nicola Riva, ora indagato a Taranto per inquinamento. Letta è uno dei politici di sinistra più graditi agli imprenditori: ha ricevuto 15 mila euro nel 2004 da uno dei signori del gioco: Antonio Porsia, già collaboratore di Tiziano Treu nella Margherita e ora titolare della Hbg, una delle dieci concessionarie delle slot machine. (altro…)

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