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Posts Tagged ‘80 euro’

la-frase

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lo-scherzone

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slideIl premier ha scelto accuratamente i numeri da usare per raccontare agli italiani, in occasione dei suoi primi 30 mesi a Palazzo Chigi, “come stavamo prima dell’arrivo del nostro governo” e “come stiamo adesso”. Nessun cenno all’aumento del debito pubblico, al fatto che l’occupazione sale solo per gli over 50 e alla restituzione del bonus. Quanto al pil, l’andamento negativo del 2013 viene confrontato con un “+1%” che è il dato – non paragonabile – relativo al primo trimestre 2016 rispetto allo stesso mese del 2015. (altro…)

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La realtà

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La televenditaTELEVENDITE.

La domenica il governo è Live. Lo si trova dal vivo in televisione a spiegare una manovra economica che nessuno ha ancora visto. Pier Carlo Padoan sceglie la platea tradizionale di Lucia Annunziata (In 1/2 Ora su Raitre), Matteo Renzi invece regala il meglio delle sue capacità di intrattenitore a Barbara D’Urso (Domenica Live, appunto, su Canale 5): entrambi, però, svolgono lo stesso ragionamento invocando contro la crisi soprattutto l’ottimismo (“investite”, “spendete”, “assumete”). La manovra, d’altronde, è recessiva e lo stesso Padoan lo dice, seppur in maniera obliqua: “Il deficit continuerà a diminuire”, per la precisione di uno 0,1%, anche se meno di quanto Letta e Monti avevano promesso a Bruxelles.   I MESSAGGI che palazzo Chigi voleva lanciare ieri – al netto dei soliti sprezzanti riferimenti alle regioni del premier (“Sono arrabbiate? Gli passerà”) – erano sostanzialmente due. Il premier s’è tenuto un argomento consono col pubblico della domenica pomeriggio: “Daremo gli 80 euro al mese per tre anni – ha detto Renzi – anche a tutti quelli che faranno un figlio nel 2015” (il limite di reddito sarà 90mila euro l’anno). (altro…)

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Natangelo

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RenziIo un’idea dei motivi per cui non si sono spesi questi 80 euro me la sono fatta.

Un’idea non scientifica e non statistica, s’intende: i miei panel infatti sono un paio di supermercati, tre o quattro alimentari, qualche bar e chiosco tra Roma e Milano. E le risposte non erano mai a domanda diretta (”scusi, ha speso gli 80 euro? E se no, perché?”) ma semmai l’epilogo quasi casuale di conversazioni partite per altri motivi (”lei che è alto, mi prende il sale iodato sull’ultimo scaffale?”) o sulla base del più grande collante sociale interclassista rimasto in questo Paese (”che culo il girone della Juve, sarà l’anno di Kovacic, Manolas è una pippa”).

Ecco: a conclusione della mia imprecisissima ricerca, la risposta (relativa ovviamente a chi gli 80 euro li ha presi) è: col cazzo che ci credono. Cioè, la maggior parte degli astanti da me sondaggiati non crede affatto che dopo averglieli dati con una mano, quei pur benvenutissimi soldi, il governo (o qualcun altro) non se li riprenda con l’altra. (altro…)

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80 euro

NESSUN MIGLIORAMENTO NEL PRIMO MESE IN CUI C’ERA IL BONUS IRPEF IN BUSTA PAGA. MENTRE CONTINUA IL CROLLO PER TUTTI I PRODOTTI: -2,6% IN UN ANNO.

Ora è ufficiale: gli 80 euro inseriti da Matteo Renzi nelle buste paga dei lavoratori dipendenti a basso reddito non hanno prodotto miracoli. Secondo l’Istat, la variazione dei consumi a giugno 2014 rispetto a maggio è stata questa: zero. O meglio, i consumi per alimentari (quelli di base) hanno segnato +0,1 mentre i beni non alimentari – dai mobili alla tecnologia ai vestiti – sono scesi dello 0,1 per cento. Su base annua, il crollo continua: -2,6 per cento in un anno, nel primo semestre di quest’anno la frenata è stata però minore, -1 per cento.   A voler essere ottimisti, in realtà, si può notare un miglioramento. Tra maggio e aprile, i consumi avevano segnato -0,7. Poi il 27 di maggio milioni di lavoratori dipendenti hanno trovato in busta paga 80 euro in più e la variazione mensile è stata soltanto zero, basta col segno meno. (altro…)

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Si taglia

ADDIO AGLI ACCORDI UE SANCITI AD APRILE. DELRIO: “BONUS? M’ASPETTAVO DI PIÙ”.

Più si avvicina la scadenza in cui bisognerà aggiornare il Def e scrivere la legge di Stabilità più diventa chiaro che quello che è stato scritto nel Documento di economia e finanza ad aprile previo accordo con Bruxelles è una pia illusione: per rispettare gli impegni scritti per il 2015, infatti, servono miglioramenti in bilancio per non meno di 18-20 miliardi, al netto della conferma del bonus da 80 euro che ne costa altri dieci l’anno. A poche settimane dal momento decisivo, anche rispetto alle trattative in Europa, il governo si presenta confuso, dilettantesco, a volte schizofrenico. Un breve riassunto.   C’è un equivoco:   i conti pubblici   Matteo Renzi, Pier Carlo Padoan e altri membri del governo amano parlare del vincolo del 3%: “Non sforeremo”, dicono. (altro…)

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Stangata

UNA DOZZINA DI CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA “COPRONO” SPESE COME L’ABOLIZIONE DELL’IMU 2013: UNA È GIÀ SCATTATA.

Matteo Renzi è ancora nuovo al gioco della premiership, ma dopo aver dato gli 80 euro agli affamati e incassato la valanga elettorale che ne ha benedetto la permanenza a Palazzo Chigi, ora farà i conti con la rudezza dei fatti. A fine giugno, infatti, si mette in moto nelle amministrazioni centrali quel processo che culmina a settembre col bilancio dello Stato. Il compito di predisporre quello per il 2015 sarà un incubo – visto che l’esecutivo deve trovare oltre 20 miliardi solo per mantenere gli impegni già presi – ma la notizia è che al Tesoro guardano con sospetto anche i numeri dell’anno in corso. C’è un dossier in particolare, che Il Fatto Quotidiano ha potuto visionare, che preoccupa via XX Settembre: è quello sulle “clausole di salvaguardia”, in pratica vere e proprie mine piazzate dentro i conti pubblici. Il loro ammontare complessivo, all’ultimo controllo, è di quelli significativi : 3 miliardi di euro e più.  (altro…)

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Vauro

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Napolitano

TROPPE PROMESSE DA PALAZZO CHIGI, IL PRESIDENTE LO SCAVALCA E CHIAMA A RAPPORTO IL SOLO MINISTRO PER DISCUTERE DI COPERTURE E CONTI PUBBLICI.

La bomba è esplosa alle 14:01 di ieri, quando l’agenzia Ansa ha battuto la seguente notizia: il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan è stato ricevuto al Quirinale per fornire “ulteriori chiarimenti” sul decreto Irpef, cioè quello che mette 80 euro al mese in più nella busta paga di chi guadagna tra gli otto e i 24 mila euro. Quel testo, poi, Giorgio Napolitano l’ha firmato come da programma (è già stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale), ma il messaggio che intendeva dare era già arrivato a destinazione: l’interlocutore per le cose serie, il garante dei conti pubblici è il ministro, non il suo premier. Una umiliazione in piena regola per Matteo Renzi, che infatti non l’ha presa affatto bene. “Una cosa del genere non s’è mai vista”, ha commentato coi suoi a caldo, quando ancora non era chiaro se il capo dello Stato avrebbe persino firmato il decreto: “Se aveva bisogno di ulteriori chiarimenti, perché il presidente non ha detto niente nei suoi colloqui di questi giorni con Padoan, Delrio o direttamente con me?”.   (altro…)

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giannelli

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PadoanIL PREMIER PENSA ALLE ELEZIONI MA L’EFFETTO NEGATIVO DEI TAGLI COMPENSERÀ LA SPINTA POSITIVA DELL’INTERVENTO SULL’IRPEF.

Ora che il provvedimento dei famosi 80 euro in più in busta paga è arrivato, la domanda obbligata è: a che cosa serve? Basterà a consolidare quella “ripresa che già c’è ed è fragile”, come dice il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan? 

È chiaro che il taglio dell’Irpef ha ragioni elettorali prima che economiche. Lo ha confermato di fatto lo stesso premier Matteo Renzi: piuttosto che rimettere in discussione la cifra tonda promessa, abbassandola di poco, ha bocciato l’ipotesi di allargare la platea dei beneficiari agli “incapienti”, cioè a chi guadagna così poco da non pagare le tasse e quindi da non trarre alcuna utilità da un calo dell’Irpef. (altro…)

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RenziIL BONUS, PER ORA, È UNA TANTUM: ESCLUSI GLI INCAPIENTI, SALVA LA SANITÀ, NON COOP E AGRICOLTORI.

 Il giorno del trionfo di Matteo Renzi è arrivato, o l’#oraics come scrive su Twitter: dopo il Consiglio dei ministri il nostro scende in sala stampa col sorriso del vincitore e annuncia che darà la quattordicesima agli italiani, detta “i mitici 80 euro”. Alla fine, nonostante gli annunci, per gli incapienti (chi guadagna meno di ottomila euro) non c’è niente: si torna al progetto originario, dare 10 miliardi di euro a 10 milioni di italiani a basso reddito. Quella che segue – in attesa di leggere il decreto, ancora in scrittura a palazzo Chigi – è una breve analisi per punto di quello che si sa al momento.  (altro…)

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GavaDOMANI IL DECRETO DEL GOVERNO, STANGATA SU SANITÀ E STATALI. POLEMICA DI FORZA ITALIA SUL PAREGGIO DI BILANCIO RINVIATO AL 2016.

Dicevano che era una televendita. Poi che non c’erano le coperture. Poi le coperture sì, ma non quelle. #Amicigufi ma aspettare venerdì no?”. Matteo Renzi su Twitter occupa così lo spazio mediatico in attesa del decreto che domani dovrebbe garantire a dieci milioni di italiani la “quattordicesima”, vale a dire circa 900 euro l’anno in più da spendere. Al di là dell’insofferenza del premier, è notevole come “l’operazione 80 euro” si trasformi ogni giorno che passa in uno spot elettorale: è difficile, infatti, realizzare qualcosa di equo e sensato a partire dalle detrazioni (il rischio – come sottolinea l’Istat – è che la maggior parte dei soldi finiscano alle fasce di reddito più alte) e quindi a palazzo Chigi stanno di nuovo puntando sull’idea del bonus, che ha pure il vantaggio di risultare evidente in busta paga.  (altro…)

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Chi paga il contoOGGI IL CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA I CONTI PER LA MANOVRA ELETTORALE I SOLDI ARRIVERANNO, MA CON TAGLI PESANTI O ENTRATE FISCALI UNA TANTUM.

Conviene mettere in fila alcuni fatti prima che la cortina fumogena di tagli ai manager e alla politica, lotta gli sprechi e quant’altro vorrà comunicare all’Italia Matteo Renzi impedisca di capire cosa accadrà oggi, quando il governo avrà approvato il Documento di economia e finanza (Def) e relativo Piano nazionale di riforme (Pnr). 

Riassunto in tre punti: le coperture per tagliare l’Irpef di 80 euro sui redditi più bassi da maggio almeno per il 2014 non sono affatto strutturali (cioè non ci sono tutti i risparmi di spesa necessari); la riduzione del 10 per cento dell’Irap per le imprese grazie all’aumento della tassazione sulle rendite non è del tutto finanziata; il premier e il suo governo chiedono gentilmente alla Ue – che da quest’anno, grazie al Two Pack, pesa assai nella redazione dei bilanci nazionali – di tollerare qualche piccolo spostamento temporaneo dai vincoli (specialmente sul debito) perché poi, alla fine, la Renzienomics farà il miracolo.   (altro…)

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