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Posts Tagged ‘Antonello Caporale’

Transatlantico – Malinconia e dubbi: col nuovo sistema parecchi ci rimettono il seggio.

Parlamento fa rima con ornamento, Rosatellum con Porcellum, deputati con nominati, fiducia con sfiducia. Tutti a Montecitorio, oggi è il 10 ottobre e alle 15 c’è l’appuntamento con la ghigliottina.

I chiamati al patibolo sono attesi puntuali. In fila indiana prendono posto nell’aula e attendono di finire col capo sotto la lama. “Sono stato eletto a Mantova, e in Lombardia si prevede un disastro. Possibile che il mio seggio sparisca. E sa che penso? Che dopo dieci anni passati in Parlamento è anche venuto il tempo di badare all’azienda di famiglia. Tornarci adesso sarebbe utile a me e anche alle nostre attività. Mi piace tanto la politica, ma adesso bisogna scegliere e forse io ho già scelto”. Il suicidio di massa è stato pensato da Renzi per quelli come Matteo Colaninno, figlio di Roberto, imprenditore e finanziere. Fuori uno. Ottimo. (altro…)

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I tentativi di spartirsi il più succulento appalto pubblico d’Europa e l’intenso traffico di influenze che intorno a esso andava componendosi trasfigurano fino a perdersi nell’oscurità grazie al macroscopico errore – capiremo presto se e quanto doloso – di cui si è reso protagonista il capitano dei carabinieri Scafarto. La manipolazione, atto di indubitabile gravità, si trasforma così in una piattaforma galleggiante dove un gran numero di nuotatori finora in difficoltà cerca sollievo. Inzuppati d’acqua ma salvi iniziano a darsi la mano: aiutami tu che t’aiuto anch’io e piano piano, come l’orlo di un vestito da sartoria, alle dichiarazioni degli esponenti del Pd si aggiungono quelle del centrodestra. (altro…)

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protezione-civileLe nuove scosse – Il cratere si allarga, i senzatetto si moltiplicano, addio alle casette pensate per Amatrice. E si annunciano i container.

Il verso d’un tratto paurosamente cambiato. Le cifre anzitutto. Ad agosto erano tremila gli sfollati, oggi sono almeno trentamila i senza casa e la curva è destinata a salire fino purtroppo a doppiarsi. Erano tre i Comuni rasi al suolo, quelli delle tre A (Accumoli, Arquata e Amatrice), oggi ne sono almeno trenta. C’era da assistere gli abitanti di un grumo di montagne interne e orgogliose, ma povere di reddito e di braccia; oggi è colpita una rete estesa e pregiata di case e palazzi, chiese e monumenti, attività artigianali e industriali. Il terremoto non è triplicato, è lievitato almeno di cinque volte tanto quanto la differente energia tra i 6 gradi Richter della scorsa estate e i 6,5 di questo caldo finale d’ottobre. (altro…)

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La guida – Sono tanti i pericoli che si nascondono dietro la ricostruzione: dal cemento mafioso alla solita burocrazia.

A come Accumoli, Amatrice e Arquata. Nell’area più immediatamente vicina all’epicentro la popolazione residente ammonta complessivamente a 4.495 abitanti. Nonostante in agosto i dimoranti facciano aumentare il numero di almeno cinque volte, è in assoluto il sisma che ha prodotto il minor numero di senzatetto (un cinquantesimo rispetto all’ultimo in ordine cronologico, quello de L’Aquila) e il maggior numero percentuale di vittime. A oggi, conto parziale, siamo a 290 morti.

P come Paradosso. Primo paradosso. La forza del sisma è stata del sesto grado della scala Richter anche se amplificata dal fatto che fosse molto superficiale. In Campania e Basilicata, 36 anni fa, il movimento tellurico fu stimato di 6.9 gradi Richter e si abbatté su costruzioni assai più fatiscenti e povere, senza alcuna cultura della prevenzione e senza alcuna norma di rafforzamento statico degli edifici. (altro…)

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Treno5 mila km di rete lasciati morire – L’abbandono delle tratte locali, l’inferno dei pendolari e i progetti faraonici dell’Alta velocità.

Binario unico e, sempre più spesso, binario morto. Sono più di cinquemila i chilometri, ma il conto è decisamente sottostimato, di strade ferrate che vengono lasciate arrugginire, e ogni anno si allunga la lista delle stazioni chiuse, abbandonate, donate ai rovi. Tutti gli incidenti dell’ultimo quarto di secolo sono accaduti su tratte secondarie, e tutti i convogli squarciati sono classificati regionali. Non un euro di manutenzione, non un minuto di attenzione, non un alito di riflessione di quanto sarebbe potuto servire all’Italia avere collegamenti decenti, regolari, sicuri, di come le città avrebbero potuto vivere senza la pressione demografica di chi non ha altra scelta che popolare le periferie perché raggiungere casa è impossibile. (altro…)

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TrivellaTutto torna. Scegliere il 17 aprile come data del referendum, rifiutando di abbinarlo alle amministrative di giugno, costa trecento milioni di euro agli italiani ma è un grandissimo affare per le compagnie petrolifere e anche – alla luce di quanto si sta scoprendo in Basilicata – per Matteo Renzi.

Sterilizzare il quesito referendario, boicottandone la partecipazione, è non solo l’unico saldo utile ma l’unico possibile per il premier. (altro…)

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La Campania di De Luca, la Basilicata dei Pittella, la Sicilia di Faraone che arruola il centrodestra: il Pd non butta via niente.

Il Mezzogiorno non è più un territorio ma una provvista, è denaro contante, perché i voti sono come i soldi, si contano e si spendono. In cambio la società capogruppo laggiù non mette piede né becco, non vede, e se vede non mette a fuoco, non sente, e anche quando ascolta si tura le orecchie, e nemmeno vede. Cieca, signora mia! (altro…)

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destini diversiIL RACCONTO Una specie politica scompare.

L’ex ministro Mario Mauro: “Cerco di convincere i colleghi a resistere, ma non ci sentono più”.

Non c’è fila,bresaola pertutti. Il menu del ristorante del Senato è più fornito di quellodiunospedalemala malinconia è la stessa e identica la lieve, percettibile depressione che unisce i tavoli e i corpi. Le sedie di destra, per un involontario riscatto della logica oltre che dell’algebra, sono occupate da maschi in età avanzata, cravatte in via di dismissione, senatori che con ogni probabilità non vedranno la rielezione. Mario Mauro, politico professionista con un cursus honorum di tutto rispetto,oggi nella più acuta fase recessiva, illustra le forze in campo: “Nonostante le ferite e le cicatrici che porto cerco ogni giorno di convincere i colleghi a resistere. (altro…)

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EmilianoL’ex sindaco di Bari non ha guardato in faccia a nessuno e per succedere a Vendola ha imbarcato chiunque.

Non sono soltanto questioni etiche, c’è anche l’estetica a far ritenere che Michele Emiliano abbia oltrepassato la soglia del non ritorno. Le sue liste all inclusive hanno incolonnato le più screanzate facce del centrodestra, fornendo al mercato della politica “che cambia” i protagonisti della conservazione, nella logica che De Gaulle illustrò con una frase illuminante: “Il potere non si conquista. Si arraffa”. “Sarò il domatore di questi qua e userò il frustino se sgarreranno”, garantisce il governatore in pectore e segretario regionale del Pd. Il circo di Puglia è pieno di trapezisti, saltatori all’insù, eccellenze nel movimento carpiato. Forza Italia svuota l’arsenale umano e l’Udc, un rassemblement di devoti nella virtù della famiglia, fornisce braccia e numeri di telefono. (altro…)

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De LucaLA “LITE PENDENTE” CONSENTE DI NON ESSERE COMMISSARIATO E CANDIDARSI IN REGIONE ECCO IL CATALOGO RAGIONATO DEGLI IDEATORI DEL CAVILLO COME TECNICA DI GOVERNO.

Siamo ai derivati di Cetto La Qualunque. Al pacco e contropacco di Forcella. All’universo delle comiche. È un breve catalogo dei furbissimi, che purtroppo di mestiere fanno i sindaci, chiamati a far rispettare la legge e che invece la frodano, la deturpano, la irridono. Sorridere prego.
IL SINDACO di San Sebastiano al Vesuvio, il signor Pino Ca-passo, esponente del Partito democratico, si è fatto togliere una multa di 41 euro per divieto di sosta direttamente dal capo dei vigili urbani della città, il signor Alfredo Baldisarra. L’evento ha comportato un conflitto tra il sindaco e l’ente da lui rappresentato e il consiglio comunale – immediatamente convocato – ha promosso una questione di incompatibilità. La seduta, iniziata alle 8:30 del mattino, è stata sospesa alcune ore dopo e aggiornata a nuova data. C’è da dire che il capo dell’opposizione, secondo atto della commedia, è corso alle Poste e gli ha pagato la multa. Ma la legge non ammette inganni! Essendo la lite già pendente e la burocrazia già in cammino, gli atti già firmati e vidimati a norma di legge, il sindaco non dovrà dimettersi per candidarsi alle prossime elezioni regionali in Campania. (altro…)

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Dove sono

GLI SBARCHI SONO AUMENTATI, MA NON TUTTI GLI STRANIERI VOGLIONO FERMARSI: SOLO 70 MILA SU 170 MILA L’ANNO SCORSO. NEL 2011 MARONI, MINISTRO LEGHISTA, PREVIDE 80 MILA INGRESSI.

La realtà è solo ciò che appare. È unicamente quel che rimandano in circuito il web, la televisione, i giornali. Le foto di Lampedusa, i derelitti umani ripresi al largo delle coste, la massa disperata e imballata su gommoni di fabbricazione cinese che dopo tre miglia sono destinati all’inabissamento divengono il fondale della Grande Paura, cartellonistica pubblicitaria per frasi shock, sostegno visivo all’uso quotidiano di uno spot politico che sta facendo faville e merita di essere approfondito.   Siamo invasi dagli immigrati, anzi: siamo all’apocalisse dei barconi. Nella torre di Matteo Salvini, che ieri svettava alta a piazza del Popolo, a Roma, i neri d’Africa e i musulmani d’Oriente stanno per cingerci al collo, toglierci la libertà, quel poco di prosperità che ci rimane. Il futuro, la democrazia e quel che segue sono a grave rischio.   I numeri testimoniano un crollo degli arrivi:   ma allora di cosa si sta parlando?   L’anno scorso, che è pur sempre un anno assai carico di disgrazie e di arrivi, di morti in mare e di attraversamenti ancora annunciati, sono giunti sulle coste italiane – nelle condizioni che sappiamo – 170 mila migranti. (altro…)

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GabanelliAi piani alti c’è il potere. In quelli bassi i telespettatori e i lettori. Milena Gabanelli – giornalista investigativa tra le più apprezzate – esamina le ragioni di una questione cruciale della democrazia: perchè l’informazione fa così spesso rima con la manipolazione. Perché spesso si avventura a trasformare la realtà fino ad erigerne una di comodo, adeguata ai bisogni del momento.   Il piano Gubitosi è stato approvato. Un’unica newsroom, telegiornali tematici. Meno dirigenti in Rai, meno burocrazia. Ora ti tocca esultare.   È auspicabile che in futuro ci sia un’unica newsroom, per il momento è un passaggio intermedio che a mio parere è giusto perseguire. Prima di esultare aspettiamo di vedere quali saranno i direttori. Il nodo cruciale è soprattutto lì.   (altro…)

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Il Manifesto

BOSSI: “QUELLO A B. LO FREGA SICURO”. CHIAMPARINO CAMMINA TRISTE A ZIG ZAG: FINITI I SOGNI DI GLORIA. LA GELMINI: “MANCA SOLO IL TWEET #SILVIOSTAISERENO”.

L’andatura fa l’umore. Umberto Bossi procede a zig zag, visibilmente scosso e intorpidito. “Quello lo frega sicuramente”. Quello è Mattarella, il fregato è Berlusconi. Sergio Chiamparino anche è un po’ fregato. Quirinabile sconfitto. Zig zag e testa china. Ritorno in Piemonte previsto per domani sera e addio sogni di gloria.   Rosy Bindi, invece, a testa alta e a passo lento perché tutti notino la novità.   Nichi Vendola, festoso, ha appena detto che Mattarella è la versione uomo della Bindi. Lei: “Molto meglio di me”. Lui: “Renzi ha messo due dita nell’occhio di Berlusconi. Sono contentissimo”.   C’è un cumulo di forzisti in disarmo, corpi adagiati sul divano di destra dell’aula. Ex valchirie berlusconiane segnano la disfatta con movimenti asimmetrici.  (altro…)

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Primarie

AL PD DI RENZI NON INTERESSA SE LE CONSULTAZIONI INTERNE SONO TRUCCATE VIGE LA REGOLA ORFINI: “HAI VISTO? IN PIEMONTE NIENTE CONDANNE”.

Ho parlato troppo presto? È già uscita la notizia?”. No, i garanti del Pd non avevano mai comunicato che la candidata ufficiale del partito in Liguria fosse la signora Paita. Anzi avevano appena registrato l’annullamento per brogli di 13 seggi alle primarie appena svoltesi. Bruscolini per Matteo Renzi. Che non essendo Tafazzi, proprio così ha detto, ha avanzato la nomination prima che le verifiche fossero state concluse. E raccomandato l’unità e tanti bei selfie alla candidata vittoriosa. Evviva!   Ammesso che le verifiche fossero state serie le ha fatte passare per fasulle. Come ha trasformato in bugiardo il suo proposito, almeno teoricamente sincero, di risanare il partito, liberarlo dagli impresentabili, restituirgli credibilità e un po’ di onore, qualunque latitudine fosse ad essere teatro di queste scene di malapolitica.  (altro…)

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PROBLEMA CAPITALE.

Il male inizia a manifestarsi nella sua forma più acuta e prende il nome di Porcellum. Quella legge elettorale riduce la passione politica a un sordo e inutile brusìo, un semplice rumore di fondo, trasforma il partito in un bel comitatone elettorale, le correnti in bande, gruppi d’interessi con vita parallela e autonoma. A Roma il Porcellum sfregia il Partito democratico al punto che l’unione tra sinistra e popolari si converte in una lotta armata a suon di voti”.   SERVEUNCARONTEper inoltrarsi nelle pancia cavernosa del Pd di Roma che pure ha nobili tradizioni e genitori illustri. (altro…)

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Vaccino

La cura è il movente grazie al quale una formidabile rete di interessi si conciliano ed evolvono spesso in cartelli industriali che succhiano soldi oltre il lecito. La salute è un affare e le corsie degli ospedali purtroppo restano i presidi dove si scambiano carriere, si nutrono clientele, si impegnano quattrini in nome della vita. L’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, fu creata proprio per restituire la fiducia degli italiani nella sanità pubblica, ripulire le stanze dall’odore delle mazzette delle industrie farmaceutiche, e voltare pagina dopo l’era di Duilio Poggiolini. Ieri l’Aifa ha provveduto a ritirare dal mercato due lotti di un vaccino anti influenzale, decisione presa dopo tre morti sospette. Si apre così il capitolo dei controlli e soprattutto delle connessioni che l’industria del farmaco, lobby aggressiva e dal potere economico enorme, ha con coloro che devono accogliere o respingere un prodotto e soprattutto il costo di una singola confezione. (altro…)

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L'AquilaPuò una vittima essere colpevole? A L’Aquila 309 morti e 1600 feriti furono il tragico saldo di una scossa di proporzioni devastanti della quale naturalmente non può essere imputata la scienza, ma certamente la catena di comando della Protezione civile che si costituì nelle settimane precedenti quasi come un’associazione per la tutela del silenzio. Sopire anzi “zittire, placare le illazioni, le preoccupazioni”: questo fu l’impegno che Guido Bertolaso, uomo tuttofare e plenipotenziario di Berlusconi, indicò come indirizzo di governo. Oggi, dopo cinque anni e più da quel tragico 6 aprile 2009, il silenzio dettato al telefono è stato assolto. La sentenza di appello capovolge il verdetto di primo grado e scioglie ogni dubbio. I morti hanno torto.   Stessa sorte che è toccata nelle settimane precedenti a Stefano Cucchi, anch’egli deceduto in carcere per colpa sua. E saranno figlie dello scirocco di quest’autunno pure le minacce dei boss della camorra Bidognetti e Iovine a Roberto Saviano e Rosaria Capacchione. L’avvocato dei boss condannato, ma i suoi clienti liberi dalla colpa.  (altro…)

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Il nemico

Non consiglieremmo a Matteo Renzi di star sereno dopo quello che è avvenuto ieri a Roma. Nascosti tra le bandiere rosse, hanno sfilato anche i suoi elettori o quelli che dovrebbero essere destinatari di una politica che guarda finalmente alla società infragilita e dispersa e le dà coraggio, speranza. La Cgil – è questa la novità – ha raccolto sotto le sue insegne non solo i garantiti, ma anche gli sfruttati, i disoccupati, coloro che hanno perso il lavoro e non lo ritrovano più. C’erano i nonni e i nipoti legati dallo stesso destino, i rivoluzionari di mestiere e le mamme senza futuro, gli studenti senza parte, gli operai senza piùfabbriche,gliinsegnantisenzacattedra, i militanti senza partito. Pensavano che Renzi fosse un amico e se lo ritrovano avversario. Pensavano che fosse cambiato il mondo e lo vedono a braccetto con Verdini e Marchionne. Non era facile, in questa Italia annichilita, rassegnata a una povertà di   massa e a una nuova solitudine, scegliere di partire, giungere fino a Roma per mostrarsi, farsi sentire e finalmente farsi contare. Provi Renzi adesso a riempire piazza San Giovanni così.   “Respect”, diceva il cartello di un manifestante. (altro…)

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LandiniLA PROTESTA DEL 25 OTTOBRE CONTRO IL JOBS ACT SARÀ LA PROVA GENERALE.

Ad occhio, il futuro prossimo di Maurizio Landini è niente male. Ma deve decidere presto su cosa puntare. Deve scegliere cioè se provare a scalare la segreteria della Cgil, come gli chiedono i golden boys del sindacato rosso, una schiera di quarantenni sempre più combattivi che ritrova nella sua libertà espressiva, quella mitraglia così effervescente e pop, la calibratura giusta per il dopo Camusso e un sindacato da rinnovare completamente. Oppure dare retta all’altra metà del cielo, la politica, e intestarsi la più rischiosa delle imprese ma anche la più suggestiva e forse importante: far nascere ai bordi del Partito democratico una sigla che raccolga gli invisibili, quell’elettorato vasto ma disperso e rassegnato all’attesa che qualcosa debba pur accadere nella sinistra italiana.   ERA GIÀ PRONTA una candidatura alle scorse politiche da lui naturalmente rifiutata. “Sto bene alla Fiom, voglio continuare a fare il sindacalista”. (altro…)

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CementoNELLO “SBLOCCA ITALIA” VIA LIBERA AI COSTRUTTORI CHE DIVENTANO CONTROLLORI DI SE STESSI.

Dal mare tropicale alle montagne innevate in soli due minuti. Fondi caraibici e la pista di slalom gigante. Una funivia avrebbe collegato la spiaggia ai monti, il caldo al freddo, il sole alla neve. Sembra di essere tornati all’inizio degli anni Settanta quando Calogero Mannino radunò in piazza i cittadini di Sciacca e annunciò: “Dite ai vostri figli di tornare in città. C’è lavoro per tutti, finalmente”. Sembra che Matteo Renzi abbia preso molto dalla filosofia del potente democristiano siciliano. Ha creato Italia sicura, che deve preservare il nostro Belpaese dai dissesti idrogeologici, deve curare le ferite di mezzo secolo di devastazione e però ha firmato il decreto Sblocca Italia che consegna lo stesso Paese devastato ai devastatori, traveste i costruttori in commissari delle grandi opere pubbliche, ed elimina nella sostanza ogni forma di controllo pubblico. “Padrone in casa tua”, disse Berlusconi in uno dei suoi formidabili slogan che perforarono il cuore di tanti cittadini in attesa.Padrone in casa tua,ripete oggi Renzi. Anzi lo scrive: nero su bianco.  

OGGI che Genova offre questo ennesimo spettacolo di distruzione e di morte, frutto soprattutto di cattivi piani urbanistici figli di interessi immobiliari diffusi e deviati, oggi che costruzioni e ostruzioni di massa allagano la città e la rendono permanentemente pericolosa, il premier spiega qual è il problema: “Fare presto, sbloccare le opere che devono salvare la città”. È un proponimento all’apparenza giusto, perchè circa 35 milioni di euro per la messa in sicurezza di alcuni corsi d’acqua sono fermi grazie alle postille burocratiche, ai ricorsi amministrativi, agli appelli e alle contese. Se per un attimo Renzi volesse approfondire il tema capirebbe che i cavilli, nove volte su dieci, sono armi speciali autorizzate e legalizzate in mano a quei costruttori che lui medesimo sta eleggendo a commissari. Per fare un esempio: la Metro C di Roma è costata grazie ai cavilli 600 milioni di euro (varianti, arbitrati, aggiornamenti prezzi) e dieci anni di ritardi. Il governo ha eliminatoilproblemaeliminandoicontrolli.Scrive Salvatore Settis su Rottama Italia (scaricabile gratuitamente su altreconomia.it  ),unlibrodivari autori che documentano le continue devianze dal diritto a cui sarà sottoposto il paesaggio italiano: “Col silenzio-assenso ogni richiesta si intende accolta. Anche se comporta la distruzione di un’area archeologica, lo sventramento di un palazzo barocco, la riconversione di una chiesa medievale in discoteca, l’edificazione di un condominio su una spiaggia”. O anche – come a Genova – alla foce di un torrente, potremmo aggiungere. Tutto è permesso, in ragione della costruzione. Nel decreto Sblocca Italia le lentezze sono opera della burocrazia inetta e non figlie di norme volute dal Parlamento, destinate esattamente al loro scopo. Ritardare, arzigogolare, rallentare, negoziare. In Italia si spende un milione di euro al giorno per far fronte solo alle varie emergenze. E questo governo interpreta sia la vittima che il carnefice: manda in scena oggi il ministro dell’Ambiente Galletti (“No ai condoni”), mentre il suo collega Lupi, quello delle Infrastrutture, rade al suolo la concessione edilizia e codifica una certificazione autonoma del privato cittadino. È il privato che sancisce se è violato o meno l’interesse pubblico e il privato che garantisce che il suo cemento non reca danno, non ostruisce, non danneggia. In Italia sono circa sei milioni di cittadini che vivono in luoghi altamente a rischio e circa settemila comuni dal territorio fragile. Sapete qual è una delle prime dieci grandi opere altamente prioritarie?Lanuova autostrada Orte-Mestre. Sapete chi ha avuto l’idea di costruire questa autostrada? La Mec, Management Engineering Consulting, società controllata da Vito Bonsignore, parlamentare di Ncd, il partito di Alfano (e di Lupi).

Da Il Fatto Quotidiano del 11/10/2014.

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