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Posts Tagged ‘terrorismo’

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A Londra l’ennesimo attentato ci ricorda quanto siamo vulnerabili, a prescindere da quanti soldati piazziamo sulle strade, dalle telecamere che ci riprendono, da quanto siamo spiati.
L’attentatore di cui è ancora ignota l’identità, ha investito delle persone, aggredito dei poliziotti davanti la sede del Parlamento: armato di un auto e di un coltello. (altro…)

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attentati

Viaggio nei quartieri occidentali della metropoli turca teatro degli ultimi attentati. Da Besiktas a Ortakoy, anche per il turismo è la crisi più nera.

“Qui non siamo al sicuro” tra gli europei di Istanbul che scelgono di ripartire.

ISTANBUL – «La metafora dell’albero”, dice. Se lo scrolli, i frutti più maturi, i meno solidi cascano. «Mollano. Se ne vanno, capisci?». Gli altri restano appesi, e affollano i ristoranti come questo. «Là davanti, a destra, ecco, quella è la moschea blu», dice. Il Corno d’Oro. La lunga fila di vetrate della sala del Vogue, al tredicesimo piano di una torre moderna a Besiktas, è una cartolina struggente di una città che toglie il respiro. Di fronte, oltre il Bosforo, le mille luci della Istanbul araba. A sinistra, la vista dell’intera finestra è dominata dal primo ponte. È illuminato di rosso. Come il sangue che scorreva lì sotto, ieri sera.

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torri-gemelle

A 15 anni dalle Torri Gemelle il caos domina Medio Oriente e Nord Africa. L’Occidente ha intaccato libertà civili e principi per contrastare prima al Qaeda e poi l’Isis. E si riaffaccia lo spettro della guerra fredda.

La polvere scaturita dai crolli immani restò sospesa giorni e giorni sopra le macerie delle Due Torri, una nube grigia e viscosa, lugubre e minacciosa. Ognuno di noi ci si tuffò dentro come per espiare la colpa d’essere vivi: i newyorchesi piangevano dinanzi allo scempio e al sapore di morte che aleggiava sulle rovine; igiornalisti dovevano raccontare il dopo attentato, l’inchiesta, il dolore dei parenti delle vittime, la città annichilita. Si andava laggiù, downtown, come in pellegrinaggio, disorientati nel cuore e nella mente. Andammo a respirare l’aria greve e polverosa della fine di un mondo, di un’epoca, consapevoli che sarebbe tutto cambiato. La Pax Americana era seppellita lì sotto, non solo simbolicamente. Tutto sarebbe stato diverso. Nel modo di vivere. Di far politica. Di parlare. (altro…)

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Aiutiamola

Barbara Lezzi

La Boschi: “Nuova Carta Costituzionale per combattere il terrorismo”
Aiutiamola, è convinta che sconquassando la Costituzione risolverà la questione del terrorismo e magari pure la fame nel mondo.

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Nizza“Il killer aveva complici e non ha agito da martire”. Il selfie prima del massacro.

NIZZA – La storia della strage del 14 luglio va riscritta. Ne va certamente riavvolto il nastro. Perché troppe cose cominciano a non tornare. Perché, per dirla con una qualificata fonte dell’Intelligence francese, «più l’inchiesta va avanti, più è ragionevole ipotizzare che Mohamed Lahouaiej Bouhlel non sia il solo protagonista di questa vicenda. Che fosse parte di un piano in cui qualcosa non è andata per il verso giusto. O comunque non come era stato fatto credere a Mohamed che dovesse andare. Sicuramente, il comportamento di Mohamed prima e durante la strage non è stato quello di un martire. Sicuramente nella corsa di quel tir sulla Promenade des Anglais c’è qualcosa che non torna.

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bangladesh-terrorismo-migranti

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QUESTA volta è toccato a noi, ai nostri connazionali trucidati a Dacca. Ma ormai è evidente che l’attacco del terrorismo islamista non risparmia nessuno. Non si tratta, dovrebbe essere ormai chiaro, di un problema medio-orientale, e non basta, per spiegarlo, chiamare in causa le disgraziate avventure militari americane in quella regione, l’irrisolta questione palestinese o la contrapposizione settaria fra sunniti e sciiti.
TUTTI aspetti che contribuiscono alla radicalizzazione jihadista a livello mondiale, ma che certo risultano insufficienti per capire quello che è accaduto in Bangladesh. A rendere difficile la nostra risposta (che deve essere nello stesso tempo militare, di intelligence, politica e culturale: smettiamola di pensare che una sola dimensione possa funzionare) è proprio questa complessità del fenomeno, questo confluire di spinte contrastanti, squilibri, frustrazioni, contese geopolitiche.

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LA frase “non è un terrorista, è un idiota” (attribuita a un funzionario del governo egiziano a proposito del dirottatore “per amore”) merita approfondito dibattito. Non è una frase qualunque, è il titolo del più grande simposio di psicanalisi mai visto al mondo, è l’epigrafe da incidere sulle Porte del Male, è una battuta di Mel Brooks ma è anche Shakespeare, è il comico e il tragico che si abbracciano e si completano come lo yin e lo yang. Perché la domanda è: quanta idiozia c’è nel terrorismo? E viceversa, quanto terribile può essere l’idiozia? Si capisce che ci sono vicende (questa è una) nel quale l’idiota trionfa. Ma nei tanti casi in cui si attribuisce al terrorista un diabolico magistero, non si tratterà invece di un miserabile imbecille che fa strage solamente per vendicare e/o occultare la propria miserabile imbecillità? (altro…)

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Incriminato“Il reporter resta incriminato ma prove insufficienti” La Casa Bianca: l’Europa faccia di più per la sicurezza.

BRUXELLES – «Colpevole». «Forse si». «Certamente si». Anzi no. In un’ennesima disarmante capriola l’Antiterrorismo belga si offre candida alla gogna del mondo. Il giornalista free-lance Faysal Cheffou non è il terzo uomo del commando di Zaventem. Resta indagato per terrorismo ma, in 48 ore, le fonti di prova che avevano convinto la Procura federale ad arrestarlo come uno degli esecutori della strage, si rivelano improvvisamente troppo fragili per privarlo della libertà. La sua scarcerazione è annunciata nel primo pomeriggio da un comunicato di due righe della Procura Federale — «Gli indizi presupposto del suo fermo non sono stati confortati dalla prosecuzione dell’indagine» — e assume contorni più precisi con il passare delle ore.

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IL PROBLEMA è sempre lo stesso: se quaranta ragazzini morissero in uno stadio europeo per un attentato jihadista, diremmo tutti che la civiltà è in pericolo. Se quaranta ragazzini muoiono in uno stadio iracheno, sempre per la stessa mano genocida, come è accaduto ieri, ce ne importa relativamente poco; e anzi ciò che dovrebbe essere un’aggravante (la cadenza quasi quotidiana delle stragi per bomba in quei Paesi) finisce per essere un’attenuante, come se la frequenza diluisse la gravità fino a rendere la morte un’abitudine per “loro”; mentre rimane, qui da “noi”, una scandalosa eccezione.

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Terrorismo

Dal quartiere sono partiti i kamikaze: ferito e catturato un sospetto. Nel mirino un altro attentatore del metrò. Nel commando c’era un giornalista-reclutatore.

Arriva venerdì mattina il segretario di Stato americano John Kerry che porta tutta la solidarietà degli Stati Uniti e forse, quel che conta di più, anche un supporto d’intelligence anti Isis. Lo accoglie il premier Charles Michel che precariamente guida un governo nel caos, in crisi per le accuse di “disfunzionamento serio” della polizia e della giustizia. Dalla Turchia, Erdogan rinnova le sue pesanti rimostranze, le autorità belghe, per il sulfureo presidente turco, sono state troppo “morbide” verso i gruppi militanti del radicalismo islamico. Ankara rigira il coltello nella piaga: perché avete scarcerato Ibrahim al-Bakraoui, uno dei due fratelli kamikaze? Erdogan se la prende anche perché i belgi hanno permesso “ai membri dell’organizzazione terroristica separatista curda di collocare tende vicino al Consiglio europeo, hanno permesso di diffondere immagini di terroristi, di far sventolare le loro bandiere”. Ecco il vero motivo della sua rabbia… (altro…)

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Vauro

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Natangelo

Se fossero esseri raziocinanti e non macellai fanatici, verrebbe il sospetto che questi terroristi in franchising sotto la sigla Isis facciano le stragi apposta per far uscire il peggio della nostra cosiddetta civiltà superiore. Tipo Salvini o Gasparri, per dire. Personaggetti che ormai fanno notizia solo quando c’è una mattanza da commentare, nel circo equestre tele-socialaro della dichiarazione prêt-à-porter, possibilmente idiota, regolarmente prestampata e riciclata da un qualche eccidio precedente. La parola “guerra” è sempre d’obbligo, anche se il terrorismo è tutt’altra cosa, perché non schiera eserciti sul campo: eppure c’è chi sostiene, restando serio, che il nocciolo della questione è “avere il coraggio di dire che siamo in guerra”. (altro…)

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Bruxelles

1. Le mattanze di Parigi furono accolte con lo stupore di chi credeva di poter essere amnistiato da questa guerra anomala. I fatti di Bruxelles hanno lasciato più che altro spazio a quello sgomento che confina con la rassegnazione. Quasi che ci stessimo abituando già a quel che potrebbe essere una costante di questi tempi sbandati: convivere con il terrore.

2. Dopo ogni atto così enorme, dal secondo successivo è tutto un parlare e ciarlare. Tutti di colpo esperti di Islam e jihad, Daesh e foreign fighters. Sbaglierò io, ma è anzitutto in questi casi che avverto il bisogno del silenzio. (altro…)

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Giornali
Terroristi bastardi.
Cacciamo l’Islam.
Ci mancherebbe anche che uno debba giustificare o difendere i terroristi: ma questi titoli, che innalzano solo la tensione e colpiscono indiscriminatamente tutto il mondo islamico, fanno solo il gioco dell’Isis (o di Al Qaeda).
Perché dire che non esiste un’islam moderato (titolo de Il giornale) cozza con gli affari (le armi, il petrolio) che noi facciamo proprio coi paese arabi.
Cacciamo anche gli sceicchi che comprano pezzi di Milano?

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L'omaggio

L’intelligence comune è una ragnatela di burocrazia Solo dopo la strage di Charlie Hebdo nel Vecchio continente è cominciata una vera collaborazione.

Dal 2001 a oggi, l’Ue non è riuscita a creare un organismo unitario Con regole diverse e apparati lenti non si fermano i jihadisti.

DOPO ogni strage si alza un coro di grandi progetti, che finiscono lentamente insabbiati nella solita piccola politica di Bruxelles. In questo settore le gelosie nazionali sono massime e finora si è cercato solo di allestire organi che facessero da consulenti ai paesi meno capaci, senza mai pretendere un ruolo da protagonisti. Così, quindici anni dopo le Torri Gemelle, l’Europa si trova di fatto senza organismi unitari per fronteggiare una minaccia globale, che colpisce e prospera sfruttando anche la disparità di legislazioni e apparati preventivi.

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attentati

I buchi dell’intelligence – Dal Bataclan a Salah: perché tutti questi errori continui e ripetuti?

Ma se davvero l’aeroporto internazionale di Bruxelles era considerato ad altissimo rischio attentati, come mai i controlli di sicurezza erano limitati ai soli varchi per l’imbarco, tipo uno scalo periferico qualunque, lasciando completamente scoperti gli ingressi aeroportuali e consentendo così ai terroristi di seminare, indisturbati, esplosivi in tutta l’area? E se le stazioni della metropolitana vicine alle istituzioni dell’Ue, per il loro valore simbolico erano i bersagli ideali dell’Isis, cosa si è fatto per evitare che venissero colpite? (altro…)

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EllekappaL’analisi.

Gli attentati fanno parte di un disegno preciso: terrorizzare l’Europa dimostrando di poter colpire anche lontano da Siria e Iraq.

Domani le autorità belghe torneranno a interrogare Salah Abdeslam, il responsabile logistico degli attentati di Parigi arrestato venerdì nel quartiere brussellese di Molenbeek. Notizie assolutamente credibili indicano che l’ex meccanico sta collaborando. Sarebbe del tutto in linea con il suo profilo: un uomo che si è tirato indietro al momento di farsi saltare in aria, che urlava e singhiozzava quando chiamava gli amici per farsi aiutare dopo gli attentati, che è tornato nelle strade dov’è cresciuto non per nascondersi in piena vista ma per tornare in un posto dove si sentiva a casa.

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Il bene e il male

Questo non è lo scontro finale fra il bene e il male, il biblico Armageddon che deciderà le sorti del mondo. Il bene non partecipa a questo scontro. Questo è lo scontro finale del male contro il male, fra coloro che credono davvero nella guerra come netta soluzione chirurgica di un Paese potente a chi osa sfidarlo. E coloro che sono persuasi che l’insidia del terrore, sempre presente, e mai rintracciabile, possa creare una sorta di follia epidemica che, fra celebrazioni e vendette, genera massacri, odio e terrorismo. (altro…)

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