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Posts Tagged ‘quirinale’

Le mille stanze

Il Colle ha un panorama che trasmette potere, svetta sopra la capitale distesa, ricamata con campanili, terrazze in fiore e coperture abusive. Sergio Mattarella ha scelto un panorama più ristretto, s’è messo accanto, non in mezzo. E non c’entrano le tecniche politiche. Il presidente ha ordinato di riaprire la residenza che fu di Carlo Azeglio Ciampi, Oscar Luigi Scalfaro e per un periodo di Giorgio Napolitano. Abiterà in un appartamento che fa angolo, fra via del Quirinale e via dei Giardini. Non potrà scorgere da una finestra le statue che raffigurano i Dioscuri che sottomettono i cavalli sbizzarriti, simboli di una piazza crocevia per le divinità, che siano pagane, cattoliche o laiche. Il Colle per eccellenza fu area sacra, qui fu eretto un altare a Quirino; l’evoluzione toponomastica non contempla equivoci. La retorica nazionale, avvolta da drappi tricolore, protocolli, marcette, uniformi, cerimonie, turiboli, vuole che il Quirinale sia la casa degli italiani. Ma gli italiani non non vi possono accedere ogni giorno. Ci sono le domeniche e le settimane estive con le visite ai saloni più imponenti, che mostrano la stratificazione artistica e architettonica di un palazzo inaugurato nel 1583, che ha ospitato trenta pontefici, quattro re di Savoia e dodici capi di Stato e che il genio di Carlo Maderno, Pietro da Cortona, Domenico Fontana, Federico Fuga e Guido Reni ha edificato, impreziosito e rifinito negli anni. E poi ci sono i giardini che rendono il Quirinale una fortezza con propaggine verde, distesa su 110.500 metri quadri. Mattarella s’è appena insediato. Senza la squadra, non può avere la quadra. (altro…)

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PGomezSulla questione democrazia interna al Movimento 5 Stelle non siamo mai stati teneri. Più volte abbiamo denunciato il rischio che il movimento scivolasse inesorabilmente verso una ben poco liberale dittatura della maggioranza. Più volte abbiamo spiegato che, secondo noi, le espulsioni decise dall’alto in spregio ai regolamenti interni e poi avallate dalla base spingevano il movimento verso un brutta deriva plebiscitaria. Con altrettanta chiarezza bisogna però dire che oggi il M5S è l’unica forza politica che applica un metodo democratico per arrivare alla scelta del nuovo Presidente della Repubblica. Mentre un premier non votato dagli elettori e un leader di partito privato dei diritti civili perché condannato per una gigantesca frode fiscale si incontrano per trovare un nome da imporre ai loro parlamentari, gli iscritti al movimento esprimono la loro preferenza on line. Scelgono il loro candidato tra 9 personalità proposte dai loro deputati e senatori, più una indicata da alcuni esponenti della minoranza del Pd: Romano Prodi. (altro…)

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Grillo -  ProdiIl professore spesso ospitato sul blog di Beppe Grillo spiega: “Il pallino sta in mano ai 5 stelle che possono pesare in modo determinante. Pensateci su”.

“L’unico nome che può essere speso per incidere profondamente è quello di Romano Prodi“. Parla così il professore Aldo Giannuli, spesso ospite del blog di Beppe Grillo e colui che ha accompagnato la scrittura della legge elettorale M5S, a poche ore dall’apertura delle elezioni online per scegliere il candidato grillino nella corsa per il Quirinale. Prodi è il nome suggerito dalla minoranza Pd e che è entrato “di diritto” nella consultazione in rete. Lascia perplessi in molti dentro il Movimento, soprattutto chi lo vede come il simbolo dell’Euro, ma resta il nome che potrebbe spaccare l’asse del patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi. Così la pensa anche Giannuli che ha deciso di esporsi in favore del professore di Bologna: “Potrebbe avere i consensi di Bersaniani, Cuperliani e Civatiani ma, potrebbe anche raccogliere nell’area cattolica di Fioroni e fra singoli notabili (Bindi, D’Alema)”. (altro…)

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Amato

IL NOME 24 ORE PRIMA DELLA SEDUTA COMUNE: “NIENTE VETI TRA DI NOI”.

Il gran giorno, maledetto calendario, cade di nuovo di mercoledì. Come quella sera di due anni fa, quando al teatro Capranica, a due passi da Montecitorio, andò in scena la seduta di analisi collettiva del Partito democratico: la struggente decisione del segretario Pier Luigi Bersani di sostenere la candidatura al Colle di Franco Marini, cui seguirono il tradimento, i 101 di Prodi e la corsa tra le braccia protettrici di Giorgio Napolitano. Ma stavolta, mercoledì 28 gennaio, giurano che sarà tutta un’altra storia. Non solo perché il Capranica nel frattempo ha chiuso e i 500 grandi elettori del Pd saranno costretti a riunirsi in un altro posto, forse in una sala convegni di via Margutta, forse anche più lontano, al centro congressi di via dei Frentani. (altro…)

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Sempre per quella storia dell’autorevolezza.

Un condenado al Quirinale“. El Mundo, Spagna.

EL MUNDO

Da nonleggerlo.blogspot.it

 

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#tuttiaroma

Il leader M5S nella Capitale per protestare contro il governo di larghe intese. “In quattro hanno deciso di nominare Amato presidente del Consiglio, di applicare come programma di Governo il documento dei dieci saggi”. Rodotà: “Parlamento e democrazia. Sempre stato contrario a marce su Roma”.

I partiti chiedono un secondo mandato di Napolitano che accetta e apre così la strada al governo dell’inciucio. Una soluzione all’impasse post-elettorale? No, “un colpo di Stato”. Beppe Grillo definisce così in un post gli ultimi sviluppi che hanno portato le forze politiche a chiedere al Capo dello Stato di riproporsi al ColleIl leader M5S quindi, come annuncia Roma5Stelle sull’account Twitter, si dirige verso la Capitale per manifestare dalle 19.30 (hashtag #tuttiaroma,diretta streaming su La Cosa) e invita i cittadini a seguirlo. “Dobbiamo essere milioni – scrive – Non lasciatemi solo o con quattro gatti. Di più non posso fare. Qui o si fa la democrazia o si muore come Paese”. E a rispondere all’appello sono stati così tanti che alla fine, il leader del M5S rinuncia a raggiungere Montecitorio – una piazza piccola e priva di vie di fuga – chiedendo una piazza più grande per il suo comizio. La raccomandazione arriva via Twitter: “Nessun tipo di violenza ma solo protesta civile”, scrive Grillo sul social network dove chiede anche di “isolare gli eventuali violenti”.”Solo una protesta civile, isolate i violenti”, chiede il comico genovese. (altro…)

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elezione-quirinale

Bersani sconfitto, il candidato Pd-Pdl di poco sopra il 50% (leggi la cronaca ora per ora) Rodotà – sostenuto da M5S, Sel e dissidenti democratici – arriva a 243 voti. Alle 16 nuova chiama.

Dopo giorni di trattative serrate e una sfilza di nomi più o meno credibili, è arrivato il giorno dell’elezione del successore di Giorgio Napolitano alla guida del Quirinale. Dalle 10, i 1007 grandi elettori sono riuniti in seduta comune per votare il nuovo Presidente della Repubblica, il tutto dopo una nottata convulsa, caratterizzata dalla riunione dei gruppi parlamentari del Pd, in cui Bersani ha ufficializzato la candidatura al Colle di Franco Marini, nome assai gradito a Silvio Berlusconi e a una parte di Scelta Civica, ma non a tutte le anime del Partito Democratico. All’interno del Pd, infatti, sono letteralmente esplose le divisioni, con i renziani che hanno detto a chiare lettere che non voteranno per l’ex presidente del Senato. (altro…)

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pdl-berlusconi-interna-nuova

Il Cavaliere darà il via libera, per il Quirinale, solo ad un nome che non sia “ostativo” ad alcuni provvedimenti sulla giustizia. A questo punto potrebbe anche incassare l’amnistia e uscire dalla scena politica per le prossime elezioni. E c’è solo un nome in grado di garantire questa influenza: l’attuale ministro della Giustizia.

Lo spunto arriva dalla battuta di Ignazio La Russa detta sottovoce in Transatlantico e riportata da Repubblica: “Per il Quirinale il Cavaliere vuole una donna che si chiama Salva di nome e Condotto di cognome”. La realtà è infatti questa. Che Berlusconi darà il via libera, per il Quirinale, solo ad un nome che non sia “ostativo” ad alcuni provvedimenti sulla giustizia. Che non si parli, insomma, di leggi sul conflitto d’interessi o di una revisione del ddl anticorruzione in senso restrittivo e di una reintroduzione del falso in bilancio, ma che sia invece favorevole ad un’operazione svuota carceri. (altro…)

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Il nome per il PDLBerlusconi possibilista ma solo con un governo di larghe intese.

Il Cavaliere lo include nella “rosa”: così si fa il governo di scopo.

ROMA— E adesso il Pdl accarezza l’idea di lasciar eleggere Pierluigi Bersani al Colle. Una «folle idea», soluzione a sorpresa che tuttavia in questo scenario imprevedibile Silvio Berlusconi ha prospettato ai suoi nei conciliaboli delle ultime 36 ore. Mossa disperata e ultima, per aprire poi al governo di «larghe convergenze». Sta di fatto che parlamentari e dirigenti a lui vicini sono stati impegnati per tutto il pomeriggio a rilanciarla e metterla in circolo, tra il Transatlantico della Camera e la buvette del Senato. Quasi per sondare fin d’ora l’effetto che fa. (altro…)

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Facendomi portavoce dell’opinione di numerose lettrici, vorrei qui ringraziare il presidente Napolitano per non avere inserito neppure una donna nella lista dei dieci Saggi che hanno dato il cambio all’onnivoro esploratore Bersani nel ruolo di intrattenitori istituzionali. La difficile missione di questi brizzolati esponenti dell’establishment consiste infatti nell’ingannare il tempo fino al conclave che eleggerà il prossimo Capo dello Stato, stilando elenchi di priorità su fogli di carta intestata che fra un paio di settimane si tradurranno in aeroplanini volteggianti. E’ un compito non nuovo ma necessario e nessuno dubita che essi lo adempiranno con scrupolo e senso civico. Soprattutto con quella passione che soltanto i maschi riescono a infondere nelle cose inutili e astratte.    (altro…)

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napolitano-e-mancino_pp166Depositata la sentenza della Consulta sul conflitto legato all’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. Per i giudici, conversazioni del presidente sempre inviolabili, anche nel caso di fatti gravissimi. La reazione di Ingroia: “La sentenza mette a rischio l’equilbrio dei poteri”.

Depositate le motivazioni del verdetto della Corte costituzionale sul conflitto d’attribuzione. I giudici sanciscono l’inviolabilità assoluta della conversazioni del capo dello Stato. Che ha “la medesima responsabilità penale degli altri cittadini”, ma nel caso le prove andrebbero cercate “con mezzi diversi”. La procura di Palermo avrebbe dovuto quindi distruggere subito le intercettazioni di Mancino con Napolitano.

Il presidente della Repubblica, in quanto “supremo garante dell’equilibrio dei poteri dello Stato”,non è mai intercettabile. Le sue conversazioni sono inviolabili anche in presenza di reati comuni. Anche se, per pura ipotesi, svelassero prove di reati gravissimi. E’ questo il cuore delle motivazioni, depositate oggi, con cui la Corte costituzionale ha dato ragione al Quirinale nel conflitto d’attribuzione sollevato contro la Procura di Palermo in relazione all’inchieste sulla trattativa Stato-mafia. (altro…)

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Garibaldi come Lennon, poi Trilussa. l’Unità d’Italia secondo Benigni. Le celebrazioni dei 150 anni d’Italia: l’attore legge brani di Cavour e Mazzini e si commuove per la lettera di una vittima della Resistenza.

Grazie, buon giorno signor presidente, Donna Clio, presidenti delle Camere, autorità tutte, sono lieto di essere qua. (…) Volevo venire a cavallo ma non mi è stato permesso come a Sanremo, sarebbe stata un’entrata straordinaria in questo che è il palazzo più bello del mondo, il Quirinale.
Se lei presidente ha bisogno di me, sostituire un corazziere, fare un settennato tecnico, sono a disposizione. (…) Il presidente Amato mi ha chiamato per dirmi: «Potresti venire a leggere delle cose al Quirinale dall’Unità d’Italia alla Liberazione?». Ho detto sì! Quante ore ho? È una patria meravigliosa, piena di eroi. Vado a ricordare i fratelli Bandiera, Ciro Menotti, Enrico Toti che lancia la stampella contro gli austriaci, che allora i nemici si potevano vedere. Oggi il nemico non si vede, è impalpabile, non si può lanciare una stampella contro lo spread. Allora io ho cominciato proprio dall’inizio e vi leggerò la proclamazione del Regno d’Italia sulla Gazzetta Ufficiale numero 3: (…) «Vittorio Emanuele II re di Sardegna di Cipro e di Gerusalemme ecc., il Senato e la Camera dei deputati hanno approvato. Articolo unico: il re Vittorio Emanuele II assume per sé e i suoi successori il titolo di re d’Italia». (…) Torino, addì 17 marzo 1861. Vittorio Emanuele, Cavour, Minghetti, Cassini, Sveggezzi, Fanti, Mamiani, Corsi e Peruzzi». Voi non ci crederete, ma c’era anche la pubblicità nella stessa Gazzetta Ufficiale: «Enrico Orfei, viale Santa Barbera 11, possiede un segreto per far nascere i capelli anche dopo dieci anni di mancanza dei medesimi». I problemi son sempre gli stessi. Anche questo fa parte della storia. (altro…)

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Dopo aver scampato la condanna per il caso Mills Berlusconi vuole tornare in campo accordandosi con Monti

Tra la primavera e l’estate del fatidico 2013, Giorgio Napolitano avrà 88 anni, Silvio Berlusconi 76, Romano Prodi 73, Mario Monti “appena” 70. All’indomani delle elezioni politiche (le prime della Terza Repubblica o le ultime della Seconda?), sarà questa la griglia per il nuovo settennato del
Quirinale. E la novità principale riguarda il ritorno di B. nella rosa degli aspiranti dopo il triennio a luci rosse degli scandali sessuali. Il Fatto Quotidiano ne aveva parlato il 7 febbraio scorso e ieri il Giornale di famiglia (Sallusti direttore, Paolo Berlusconi editore) ha messo l’imprimatur a quella che è ormai più di una suggestione: “E adesso il Cavaliere può pensare al Quirinale”. Firmato Paolo Guzzanti. È il primo effetto del dopo Mills, che rilancia il Cavaliere salvato dalla prescrizione nel ruolo di padre nobile del centrodestra. (altro…)

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