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Posts Tagged ‘elezione presidente della repubblica’

PGomezSulla questione democrazia interna al Movimento 5 Stelle non siamo mai stati teneri. Più volte abbiamo denunciato il rischio che il movimento scivolasse inesorabilmente verso una ben poco liberale dittatura della maggioranza. Più volte abbiamo spiegato che, secondo noi, le espulsioni decise dall’alto in spregio ai regolamenti interni e poi avallate dalla base spingevano il movimento verso un brutta deriva plebiscitaria. Con altrettanta chiarezza bisogna però dire che oggi il M5S è l’unica forza politica che applica un metodo democratico per arrivare alla scelta del nuovo Presidente della Repubblica. Mentre un premier non votato dagli elettori e un leader di partito privato dei diritti civili perché condannato per una gigantesca frode fiscale si incontrano per trovare un nome da imporre ai loro parlamentari, gli iscritti al movimento esprimono la loro preferenza on line. Scelgono il loro candidato tra 9 personalità proposte dai loro deputati e senatori, più una indicata da alcuni esponenti della minoranza del Pd: Romano Prodi. (altro…)

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La candidatura di Giorgio Napolitano, 87 anni, alla presidenza della Repubblica certifica il comatoso delirio di onnipotenza in cui si trovano i partiti. Di fronte alla decomposizione economica e sociale del Paese una classe politica di nominati è capace solo di replicare lo status quo. In molti gridano al golpe. E non è difficile capire perchè.

I cittadini chiedevano il cambiamento: volevano nelle istituzioni uomini e idee nuove perché quelle vecchie avevano portato l’Italia alla deriva. Invece, dopo il Colle, ci sarà un governo con tutti dentro:seguendo il programma dei 10 saggi. Nessun taglio al finanziamento pubblico ai partiti, riforme contro giudici, stampa e intercettazioni. Niente colpi d’ala nell’economia. (altro…)

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rodotà presidente

Contro la vergogna di un Presidente dell’Inciucio, e del Salvacondotto per il Caimano, la lotta ricomincia.

Non lasciamo disperdere il potente soffio di indignazione che ha percorso il paese, e che si sta allargando, di fronte a un Pd che rifiuta di votare Stefano Rodotà, che avrebbe avuto una larghissima maggioranza, e preferisce accordarsi col putiniano di Arcore. Che pur di non votare Rodotà, che è stato presidente del Pds, da cui il Pd è nato, preferisce votare insieme a Gasparri e Brunetta, Santanchè e Scilipoti, oltraggiando e tradendo i propri elettori.

Scendiamo in piazza oggi, e diamo vita da domani a centinaia di “club AltraItalia”, di comitati “Realizzare la Costituzione”, di “circoli AltraPolitica”, di meet-up “Ora basta!”, di tutte le possibili forme auto-organizzate, che si sommino a quelle già esistenti e facciano sinergia, perché la rivolta contro questa vergogna non resti semplicemente morale, diventi un progetto politico inarrestabile, con Rodotà, con la Fiom, col M5s che ha dimostrato di non essere affatto il movimento della semplice negazione ma di una lucida e coerente capacità propositiva.

La maggioranza degli italiani vuole voltare pagina, vuole mettere la parola fine al quasi ventennio del buio e delle macerie, dell’impoverimento e della corruzione ormai smisurata. Basterà non disperdere le forze, non rassegnarsi. La vera lotta comincia ora.

Da ilfattoquotidiano.it del 20/04/2013

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Doppio flop di Marini.

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Il borsinoIL PD CAMBIA METODO: PRIMA SI SCEGLIE ALL’INTERNO POI SI CONDIVIDE IL PROPRIO NOME CON LA COALIZIONE E CON LE OPPOSIZIONI. DIFFICILE L’ACCORDO CON IL PDL.

Le prime due votazioni per la presidenza della Repubblica hanno fornito due dati e tre vie d’uscita, quasi tutte impervie, per il Pd.

Il primo dato è che l’ex Popolare Franco Marini, il candidato lanciato mercoledì da Pier Luigi Bersani, e impallinato ieri dai franchi tiratori del suo e degli altri partiti nel-l’aula di Montecitorio, difficilmente riuscirà a trovare i voti delle Camere riunite per arrivare al Quirinale. Anche se sulla carta i 521 consensi raccolti alla prima chiama sono più dei 504 necessari a farsi eleggere presidente della Repubblica, e nonostante il fatto che Marini un passo indietro non sembra intenzionato a farlo, è difficile immaginare che il Pd lo rimetta in pista. L’altro dato è che la contestazione della base Democratica non ha bruciato solo il nome dell’ex sindacalista Cisl, ma anche l’ipotesi che dietro ci fosse un accordo con il Pdl di Silvio Berlusconi.  (altro…)

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Natangelo

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elezione-quirinale

Bersani sconfitto, il candidato Pd-Pdl di poco sopra il 50% (leggi la cronaca ora per ora) Rodotà – sostenuto da M5S, Sel e dissidenti democratici – arriva a 243 voti. Alle 16 nuova chiama.

Dopo giorni di trattative serrate e una sfilza di nomi più o meno credibili, è arrivato il giorno dell’elezione del successore di Giorgio Napolitano alla guida del Quirinale. Dalle 10, i 1007 grandi elettori sono riuniti in seduta comune per votare il nuovo Presidente della Repubblica, il tutto dopo una nottata convulsa, caratterizzata dalla riunione dei gruppi parlamentari del Pd, in cui Bersani ha ufficializzato la candidatura al Colle di Franco Marini, nome assai gradito a Silvio Berlusconi e a una parte di Scelta Civica, ma non a tutte le anime del Partito Democratico. All’interno del Pd, infatti, sono letteralmente esplose le divisioni, con i renziani che hanno detto a chiare lettere che non voteranno per l’ex presidente del Senato. (altro…)

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gabanelli

Chiusa la consultazione online dei 5 Stelle. Grillo: “Scelta straordinaria”. La giornalista di Report: “Quando pensano che tu sia all’altezza di un compito così grande si può solo essere onorati, perchè è altamente gratificante”. Capezzone (Pdl): “Con lei le manette diventerebbero simbolo d’Italia”. Secondo Gino Strada, terzo Stefano Rodotà. Solo ottavo Romano Prodi e ultimo Dario Fo.

Urne virtuali chiuse per le Quirinarie. Vince Milena Gabanelli, giornalista di Report, seguita dal fondatore di Emergency Gino Strada e dal giurista Stefano Rodotà. ”Si è conclusa la verifica dei voti assegnati ai nove candidati per la Presidenza della Repubblica. Ringrazio chi ha votato”, ha scritto Beppe Grillo che ritiene l’esito del voto una “scelta straordinaria” perché si tratta di “una persona che lotta contro i poteri forti”. (altro…)

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Buongiorno a tutti, è un bel po’ che non ci vediamo ma sono felice che ogni tanto ci si ritrovi.
Oggi parliamo degli impresentabili nella corsa verso il Quirinale, che non è la poltrona qualsiasi, è la poltrona del Presidente della Repubblica, del rappresentante di tutta la Nazione che soprattutto dura in carica 7 anni e dovrebbe essere svincolato da logiche di partito, di casta proprio perché deve rappresentare questa o quella coalizione, questo o quel partito, ma dovrebbe rappresentare tutti gli italiani. Infatti sto su Il Fatto Quotidiano ogni giorno raccontando la storia dei Presidenti della Repubblica italiani, ogni volta che venne eletto un Presidente, i partiti quando c’erano, almeno, si ponevano il problema di quale progetto, di quale disegno, di quale sintonia con lo spirito del tempo doveva incarnare il nuovo Presidente. Marco Travaglio. (altro…)

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Ma con Papa Francesco la politica italiana è più lontana
L’inchiesta.

IL BACIO dell’anello è una questione di geografia, l’Italia essendo l’unica nazione al mondo che custodisce la Città del Vaticano all’altezza dello stomaco. Di storia, che da millenni intreccia dei due governi i due destini.

DI SOLDI, poiché da sempre e molto strettamente i bilanci dell’uno dipendono dalle decisioni dell’altro. È grosso modo per questo che non c’è paragone tra il livello di attenzione che il Vaticano dedica alla politica italiana, anche minuta e minutissima — i consigli regionali, per dire, i candidati sindaci, persino — e l’interesse che riserva alle presidenziali francesi, alle elezioni andaluse, alle lotte di potere messicane. È per le stesse ragioni — di vicinanza, di confidenza con
la materia, di interesse economico diretto — che la Curia romana destina la massima attenzione alla formazione dei governi, un’ancora stretta ma meno severa vigilanza all’elezione del capo dello Stato. (altro…)

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Il Movimento 5 Stelle ha offerto ieri alla politica italiana la chiave per una svolta che eviti al Paese il baratro e dia inizio alla ricostruzione. Nessuno, questa volta, potrà accusare il movimento di Grillo e Casaleggio di essere solo “distruttivo”. I dieci nomi usciti on line sono in schiacciante maggioranza adamantini nel loro essersi costantemente opposti al regime di Berlusconi che calpestava la Costituzione repubblicana e nell’essersi sottratti alle lusinghe dell’inciucio, anche quando inzuccherate di Alti Richiami al senso di responsabilità, autentica intimidatoria sequenza di Immoral Suasion per connubi contro natura tra “homo democraticus” e Caimano. Perciò l’Italia tra una settimana può davvero voltare pagina, uscire dall’incubo del quasi ventennio di regresso e di macerie, cominciare una faticosa ma finalmente possibile rinascita. Morale, economica, culturale, sociale, istituzionale. (altro…)

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I PapabiliUno legge i dieci candidati preferiti dagli iscritti a M5S per il Quirinale e pensa che ci dev’essere un errore. Non negli esiti delle Quirinarie, ampiamente prevedibili da chi abbia una vaga idea del movimento. Ma nella rappresentazione mediatica che ne danno i cosiddetti esperti della cosiddetta informazione. I quali, tanto per cambiare, non han capito nulla. La stampa di destra dipinge i 5Stelle come un covo di black bloc, filoterroristi, teste calde e mezzi matti che vogliono sfasciare tutto. E allora perché molti votano Caselli, che ha combattuto il terrorismo e di recente i violenti infiltrati tra i NoTav? La stampa di sinistra li raffigura come un’orda di antieuropeisti (peccato che votino Prodi, uomo dell’euro ed ex presidente della Commissione europea, e pure la Bonino, ex commissario europeo); destroidi (infatti scelgono, oltre all’apolitico Grillo e a una giornalista indipendente come la Gabanelli, otto personalità di sinistra); criptoberlusconiani (ma curiosamente adorano Zagrebelsky, Fo e Rodotà, fautori dell’ineleggibilità di B.), antidemocratici (però stravedono per i migliori custodi della Costituzione). (altro…)

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I saggi

Oggi Quagliariello in missione da Napolitano.

«SAREBBE bene che quelle inutili commissioni finiscano qui». La stizza iniziale provata da Berlusconi quando gli leggono le parole rubate al presidente della Consulta Onida, si trasforma in pochi minuti in soddisfazione.

INCASSA un regalo insperato.
L’incidente diventa per il Cavaliere la miccia da far detonare nelle prossime ore e riappropriarsi del pallino di un gioco che di giorno in giorno per lui si fa sempre più rischioso, su governo e Quirinale. «Questa storia dei saggi è bene che si chiuda, anche per il bene del presidente Napolitano: gli hanno fatto fare una figuraccia, ora si tratta di salvaguardare l’onore e l’autorevolezza del capo dello Stato», è lo sfogo raccolto da chi ha parlato con il leader Pdl, blindato nel bunker di Arcore in vista della battaglia dei prossimi giorni. (altro…)

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VELENO, pugnale o franchi tiratori. È così che si uccide un candidato sicuro. Lo spiegò Donat Cattin ai suoi il giorno in cui decisero di far fuori Leone in favore di Saragat, era il 1964 e moltissimi dei parlamentari oggi eletti alla Camera non erano ancora nati. “Moro mi ha detto di usare mezzi tecnici. Io di mezzi tecnici conosco solo questi tre”. Sono passati cinquant’anni e siccome nessun candidato è mai stato eliminato col veleno e col pugnale si può star sicuri di quale sia l’arma letale, ancora oggi: i cecchini dell’aula. Lo sanno bene tutti quanti, chi non lo sa – chi ancora pensa che sarebbe bellissimo eleggere al Colle un’alta e nobile personalità libera, una donna o persino un uomo di cultura e di pensiero – sarà bene che si affretti al ripasso. (altro…)

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