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Archive for aprile 2013

Marini

BERSANI PROVA A TENERE INSIEME IL PARTITO ACCORDANDOSI CON BERLUSCONI.

La montagna del Pd, alla fine, non partorisce il topolino Amato ma la Repubblica di San Marini, nel senso di Franco, non Francesco come il nuovo pontefice, pilastro ottantenne della nomenklatura di partito, fatta di postcomunisti e postdemocristiani. A Montecitorio, l’annuncio arriva alle sette di sera, accompagnato dalla relativa Garanzia, con la maiuscola iniziale. Bersani ha appena detto, dopo una faticosa e convulsa giornata di trattative, che “farà un nome secco” all’assemblea dei parlamentari democratici e i deputati presenti ancora alla Camera confermano: “Il nome è Marini e ha già incontrato Berlusconi”. È questa, appunto, la Garanzia dell’inciucio edizione 2013. (altro…)

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«Buongiorno, sono un vigile e lavoro a Torino. Lavoro in moto. Venerdì percorrevo una strada nei dintorni del municipio quando dieci anarchici mi sono sbucati davanti, a volto coperto e armati di bastoni. Ci siamo guardati per un tempo che a me è sembrato lunghissimo. Non so dirle perché, non provavo panico. Paura sì, ma non panico. Avrebbero potuto assalirmi con facilità mentre tentavo di spostare la moto. Invece urlavano, gesticolavano, ma stavano fermi. Quando sono riuscito a ripartire nella direzione opposta hanno cominciato a correre, ma era troppo tardi per raggiungermi, mi hanno tirato solo un paio di sassi che non hanno causato danni.    (altro…)

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Si dice, da anni, che la sinistra italiana non è più in grado di captare gli umori del paese. Ora sappiamo che non è più in grado di captare neanche gli umori della sua gente: quella che alla sinistra vuole bene, che dentro la sinistra vive, che nella sinistra ancora spera. Eventuali primarie tra Marini e Rodotà vedrebbero il secondo trionfare con un margine così schiacciante da far sembrare perfino stravagante la candidatura del primo. Non che Marini non sia una persona degna, o un incapace. Nessuno lo sostiene. Ma tutti intendono che il cambiamento tanto invocato dallo stesso Bersani non passa da Berlusconi, no che non ci passa: e invece è proprio dal parlottio con Berlusconi e i suoi che il nome di Marini è sortito. Tutti intendono che Rodotà incarna la politica alta e la sinistra degna. Tutti sanno che Rodotà è stato presidente del Pds. (altro…)

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NatangeloIn una delle sue gag più memorabili, Corrado Guzzanti impersona Veltroni che passa in rassegna con Livia Turco i candidati da mandare a perdere le elezioni del 2001. “Raul Bova ha rifiutato: teme di perdere pubblico. Paola e Chiara hanno la tournée. I Fichi d’India – lo dico per tutti i compagni della mozione “Fichi d’india” – hanno il film: avevamo anche pensato di rinviare le elezioni, ma dopo fanno Fazio… E pazienza, è andata così… Batistuta? Non ha il passaporto italiano, non facciamo a tempo… DiCaprio – lo dico perché so che esiste una corrente DiCaprio contro di me – ha rifiutato: dice che dopo Titanic non vuole fossilizzarsi nella parte di quello che affonda. Amedeo Nazzari – lo dico a tutti i compagni della mozione “A. Nazzari” – è morto! E porca miseria, era perfetto, ma è morto: ho pensato di candidarlo anche da morto, ma non è possibile, bisognava fare una riforma… C’era pure Heidi, ma il nonno vota a destra. Topo Gigio? Ci ha i diritti Mediaset, non ce lo danno. L’unico era Napo Orso Capo…”. Lo sketch s’interrompeva qui, perché Corrado scoppiava a ridere. Ieri la scena s’è ripetuta nella sede del Pd, (altro…)

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ambientei2

Un’economia low carbon attenta alle persone e ai territori. L’Italia oltre la crisi raccontata nel rapporto annuale di Legambiente e Istituto Ambiente Italia.

Forti diseguaglianze generazionali e di genere, tasso di occupazione tra i più bassi in Europa, mobilità privata ai vertici, industria in crisi, dissesto idrogeologico senza freni, illegalità ambientale al top, concentrazione di polveri e metalli ancora elevati. In positivo aumentano le rinnovabili, si riduce la produzione di rifiuti e le emissioni inquinanti, crescono le vendite di biciclette.

Le città soffocano per traffico e smog; la raccolta differenziata arranca in buona parte del Paese nonostante i 1300 comuni ricicloni e il calo nella produzione dei rifiuti (dovuto alle politiche locali oltre che alla crisi nonostante l’assenza delle politiche nazionali); il dissesto idrogeologico incombe sulla vita delle persone e l’economia del Belpaese; l’occupazione cala drammaticamente con il settore manifatturiero e industriale ridotto al lumicino; le ecomafie, intanto, in splendida forma, continuano a realizzare business milionari a scapito del territorio e dell’intera comunità, dove le diseguaglianze aumentano, con effetti particolarmente gravi nelle regioni del Sud.  (altro…)

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bersani-nerone

Mi è stato segnalato un commento da l’Espresso sulle elezioni del presidente della Repubblica:
Qui è in gioco la sopravvivenza dello Stato Repubblicano italiano. Il pd ne ha la responsabilità. Eleggete un mostro e questa nazione cadrà.” Inviato da emadeca.
Bersani ha ignorato i nomi proposti dal MoVimento 5 Stelle per un semplice motivo. Gargamella ha già deciso. Ha fatto le Berlusconarie. I votanti erano due: lui e lo psiconano durante un colloquio intimo. Trasparenza e condivisione, queste sono le parole d’ordine del pdmenoelle. Sono stati scelti in particolare due nomi: D’Alema e Amato. Due personaggi di garanzia giudiziaria al posto di una figura di garanzia istituzionale. (altro…)

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BerlusconiE a Renzi chiede: se si vota non penserai davvero di correre?.

ROMA — «Dobbiamo evitare a tutti i costi la quarta votazione, dobbiamo sbarrare la strada a Romano Prodi». Eccola, la priorità che Silvio Berlusconi prospetta e di fatto impone alla cerchia ristretta, riunita a tarda sera al rientro a Palazzo Grazioli. Ma il cammino è tutto in salita, a fine giornata non c’è uno straccio d’accordo sul governo che verrà, il Cavaliere è nervoso e il faccia a faccia con Bersani per ora slitta. Forse a oggi, secondo alcuni si terrà il più tardi possibile, magari in serata, per evitare che l’eventuale «papabile» prescelto — semmai ci sarà — venga bruciato.
Ad ascoltare il leader Pdl di rientro dalla lunga permanenza in Brianza, con Verdini, Brunetta, Schifani e Alfano, anche Gianni Letta. Sono i pontieri che per tutto il giorno hanno chiamato, sentito e, secondo qualcuno, anche visto i dirigenti del Pd che stanno curando la trattativa sul Colle, da Enrico Letta ad Errani e Migliavacca. (altro…)

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CapaciSPATUZZA CREDIBILE, MISURA CAUTELARE PER OTTO “PICCIOTTI” MA RESTA ANCORA FITTO IL MISTERO SUI MANDANTI DELLA STRAGE.

La novità sta tutta nel racconto del pentito Gaspare Spatuzza che, dopo aver riscritto da capo la strage di via D’Amelio, assieme all’altro pentito Fabio Tranchina ricostruisce nei dettagli la preparazione del botto di Capaci, attribuendo, anche stavolta, un ruolo centrale alla famiglia mafiosa di Brancaccio. E così, a 21 anni dall’uccisione di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e tre uomini della scorta, la Procura di Caltanissetta guidata da Sergio Lari ha individuato il pezzo mancante del commando stragista, quel gruppo di fedelissimi del boss Giuseppe Graviano che si occupò di procurare e preparare l’esplosivo dell’“attentatuni”: si tratta di Giuseppe Barranca, Cristofaro Cannella, Cosimo Lo Nigro, Giorgio Pizzo, Vittorio Tutino e Lorenzo Tinnirello.  (altro…)

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rosa di nomi

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MartinBOSTON – L’OSPEDALE ha i muri colorati, sembra un parco divertimenti, ci sono i videogiochi e i festoni, ci sono i disegni dei bambini, come a scacciare la paura.

LA PAURA di stare in questo posto cattivo. Come quello di Martin Richard, la più piccola vittima della strage della maratona: 8 anni, le orecchie a sventola e una fessura in mezzo ai denti a dargli un’aria da monello. Era sulla linea del traguardo poco prima delle tre del pomeriggio, l’ultimo sguardo alla mamma che lo teneva per mano poi l’esplosione. Nella sua scuola, a Dorchester, aveva preso un pezzo di cartone e sopra ci aveva scritto: “Basta far del male alle persone: pace”. La sua foto, messa su Facebook, è diventata in 24 ore il simbolo e l’ossessione dell’America dopo Boston. Davanti alla sua casa, le tv mostrano la processione dei vicini.C’è chi accende una candela, chi mette un peluche, chi dice una preghiera. La sua famiglia era «bella, forte e incredibilmente unita », «facevano sempre tutti insieme », come tutti insieme erano alla gara. (altro…)

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Semplificando brutalmente (a volte è necessario): per la corsa al Quirinale la sinistra deve scegliere se accontentare Berlusconi oppure accontentare Cinque Stelle. Così richiede il tripolarismo imperfetto uscito dal voto. La prima scelta (accontentare Berlusconi) equivale a un suicidio politico non solo per la sinistra, ma per l’intero assetto politico repubblicano. Sarebbe la fotografia di una vecchia classe di potere che si barrica nel Palazzo nella speranza di reggere ancora qualche mese o anno. La seconda (non scontentare Cinque Stelle) è ad alto rischio, perché le intenzioni e la natura stessa di quel movimento sono in parte imperscrutabili. Ma lascerebbe aperto un varco verso quel “cambiamento” che lo stesso Bersani, giustamente, considera sinonimo di “responsabilità”: niente è più irresponsabile, nella presente situazione, che decidere di non cambiare nulla. (altro…)

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APPELLO DEI SINDACATI IN UNA PIAZZA SEMIVUOTA.

La battaglia di primavera del sindacato si chiama cassa in deroga. Nonostante una manifestazione tenuta ieri davanti a Montecitorio, poco partecipata e composta in larga misura da pensionati, conclusa rapidamente, il tema è stato comunque posto all’attenzione della politica. Lo dimostra l’incontro avuto ieri mattina tra i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil e i presidenti di Camera e Senato. Nel “palazzo” tutti si dicono d’accordo nel sottolineare l’urgenza del problema sociale e la necessità di fare presto. Anche il ministro Elsa Fornero, che nel pomeriggio ha incontrato, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella, si è dichiarata d’accordo con le richieste dei sindacati. Però i soldi necessari non si trovano. Elsa Fornero l’ha detto con molta chiarezza: “Lo scenario di crisi e l’esperienza dello scorso anno ci indicano che la spesa non sarà più bassa del 2012 e cioè 2,3 miliardi di euro”. Per Camusso sono 2,7 ma ognuno basa i propri calcoli su stime diverse.  (altro…)

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L’amore per il mestiere nel romanzo segreto di Antonio Manganelli.

LA PIÙ incredibile delle sorprese Antonio Manganelli l’ha lasciata in eredità. Una busta da aprire dopo, a cose fatte, come quelle piene di segreti che si lasciano, a volte, ai familiari. Come in certi romanzi, come in certe vite, come in certe indagini. Nella busta di Manganelli, morto per un tumore al polmone da capo della Polizia, c’era un libro.

Non è passato nemmeno un mese dai funerali del «poliziotto buono», l’uomo a cui anche i rari nemici hanno reso onore. Nemmeno un mese dalle esequie di Stato, dallo choc delle istituzioni già paralizzate dalle tante assenze della politica, dal lutto dei fiori e delle lacrime. E ora, sentite, ecco: Manganelli aveva scritto un romanzo. Lo ha finito nell’ultimo minuto utile, davvero. E’ stato proprio l’ultimo dei suoi pensieri e dei suoi gesti. Questione di ore: c’era una cosa che voleva fare ed era questa, non se n’è andato prima di aver finito. (altro…)

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NatangeloSE I DUE VINCITORI NON RINUNCIANO, I 5 STELLE LI VOTERANNO NEI PRIMI TRE SCRUTINI. MA LA CARTA VINCENTE È RODOTÀ.

Ma tu non la puoi chiamare per capire se accetta?”. I risultati delle Quirinarie sono noti da qualche ora. Ha vinto Milena Gabanelli. Eppure, i Cinque Stelle non hanno ancora capito se la loro rete ha pescato davvero. Chiedono ai cronisti di capire se lei, quella di Report, si sente davvero “sopravvalutata” come dice o se ci sta facendo un pensierino. Dovranno aspettare almeno fino a oggi, “non saprei rispondere – ha detto la Gabanelli a Ballarò – credo che per ricoprire un ruolo così alto ci voglia una competenza politica che io non credo di avere”. Però, come dicono nel Movimento, lei e Gino Strada, il secondo classificato, potrebbero essere i “bulldozer” con cui sfondare il muro del Pd. Nemmeno Strada ha fatto sapere che intenzioni ha, anche se nei giorni scorsi aveva spiegato che potrebbe accettare un incarico del genere solo se il suo nome fosse condiviso. (altro…)

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Berlusconi evoca un «accordo di ferro» con il leader democratico.

ROMA — «Direi che è fatta con Bersani», annunciava nel tardo pomeriggio di ieri Berlusconi, che proclamava «la fine della fase tattica» e parlava di un «accordo di ferro» per il Colle con il segretario del Pd sul nome di Amato, ritenuto «l’unico spiraglio». Diceva la verità il Cavaliere o stava bluffando? Tutte e due le cose, l’uso del condizionale — quel «direi» — lo testimoniava. E non perché dovesse solo far finta di aver preso una decisione, ma perché la corsa per il Quirinale è sempre piena di insidie: in passato è bastato un niente per far saltare patti più saldi di quello che il leader del Pdl sostiene di aver stretto con il capo dei democrat. (altro…)

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SE LA sinistra di Bersani e Vendola ha memoria della propria storia migliore, se vuole rinnovarsi ascoltando quel che tanti cittadini desiderano, non ha davanti a sé molte vie ma una, nell’elezione del nuovo capo dello Stato. Non può che scegliere un Presidente che nell’ultimo ventennio abbia avversato l’anomalia berlusconiana, e pensato più di altri l’intreccio fra crisi economica, crisi della democrazia, crisi della legalità, crisi dell’informazione, crisi
dell’Europa.

Non può che meditare sul vincitore finale delle Quirinarie di Grillo: Milena Gabanelli è emblema dell’indipendenza giornalistica, della lotta alla corruzione, e di tale indipendenza e lotta la nostra democrazia ha bisogno come dell’aria, per tornare a respirare. Non può che votare uno dei tre nomi politicamente forti emersi dal dibattito nel Movimento 5 Stelle: Stefano Rodotà, o Romano Prodi, o Gustavo Zagrebelsky. Non li ha inventati Grillo questi nomi, non sono
suoi: sono figli — soprattutto i primi due — della sinistra. Non è faziosità difenderli. (altro…)

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Il MoVimento ha espresso un miracolo: la signora Gabanelli Presidente della Repubblica italiana. E’ straordinario, proprio in sintonia col MoVimento. Io spero vivamente che accetti e volevo dare un consiglio a Bersani. Senza ironie, senza battute. Seriamente. Potrebbe essere un punto di incontro: voti la Gabanelli anche lei. Voti una signora che ha sempre fatto bene il suo lavoro. La Gabanelli è una che non ha mai fatto inciuci con Berlusconi, un miracolo di questi tempi. E poi è una signora. Sarebbe veramente un grande segnale. (altro…)

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rodota_gabanelliDa un mese e mezzo, cioè dalla sera delle elezioni, si attendeva che il primo partito, il Pd, dopo aver detto giustamente di voler dialogare con i 5Stelle, facesse loro la classica proposta che non si può rifiutare: cioè il nome di un premier estraneo ai partiti, che fosse gradito sia al popolo grillino sia a quello del centrosinistra (due popoli molto meno distanti dei rispettivi vertici). Invece sono arrivate soltanto proposte che si devono rifiutare: votare la fiducia a un governo Bersani, uscire dall’aula tutti o in parte per abbassare il quorum al Senato, prestare alla causa qualche dissidente in libera uscita. Il festival delle occasioni mancate: Bersani che ha anteposto la sua persona agli interessi del Paese, insistendo su un’autocandidatura senza numeri e senza speranze; e i grilli che alla seconda chiamata al Colle si sono lasciati frenare dal niet di Napolitano a un premier extra-partiti, rinunciando a fare i nomi che pure avevano pensato e fornendo un formidabile alibi al partito dell’inciucio, ansioso di affibbiare a loro la responsabilità (anzi l’irresponsabilità) dell’impasse. Il Corriere dell’Inciucio, col contorno di Sole 24 Ore, house organ arcoriani e banda larga Pdl, già esultavano per l’ineluttabilità del governissimo. Ma ieri la proposta che non si può (o almeno non si dovrebbe) rifiutare l’ha fatta Grillo: le “Quirinarie” hanno partorito un risultato spettacolare, con una Top Ten di persone perbene che al ballottaggio s’è ridotta al magnifico quartetto Gabanelli-Strada-Rodotà-Zagrebelsky. (altro…)

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Ci sono decine di ragioni per le quali Roma non merita un sindaco come Gianni Alemanno. Report domenica ha avuto il merito di mostrarle tutte a milioni di italiani, aggiungendo particolari inediti e inquietanti.

Sapevamo che la municipalizzata Ama dei rifiuti era stata amministrata da un ex estremista di destra condannato per un tentato omicidio nel 1989. Sapevamo che l’Eur Spa aveva scelto come amministratore (a 200 mila euro all’anno) Riccardo Mancini, condannato nel 1988 a un anno e nove mesi per violazione della legge sulle armi. Sapevamo che un estremista come Francesco Bianco era stato assunto all’Atac. (altro…)

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