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Archive for aprile 2013

L’ULTIMO GIORNO DEL SEGRETARIO: LA FOTOGRAFIA CON ANGELINO ALFANO PRIMA DEL VOTO A MARINI CHE DILANIA IL PARTITO E FA RIVOLTARE LA BASE.

Quindi è giunta Marianna Madia: “Mi sono chiesta: vuoi vedere che Bersani mette in scena un apparente suicidio per mascherare il suo vero piano? Sta seguendo un copione che ha un senso, una logica. Dici che sono molto ottimista, eh?”. Nei giardinetti di Montecitorio, dove il Pd si ritrova esausto e sbandato siamo alla lettura giallista della politica di Pier Luigi Bersani. Che oggi appare al suo partito come un serial killer. In effetti nel corteo funebre che si allarga per fargli spazio, Pier Luigi si mostra insolitamente sereno, con un bel sorriso saluta l’inquietudine che lo accompagna.  (altro…)

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Bersani-alfanoLA “BELLA SORPRESA” SUBITO DISINTEGRATA DAL VOTO: SOLO 521 PREFERENZE. LONTANO DAL QUORUM, CHE OGGI SCENDE DA 672 A 504.

Ha la dimensione di uno spread ai massimi storici, quota 521, il disastro che ha sepolto ieri la classe dirigente che ha gestito il centrosinistra per vent’anni, a partire dal suo ultimo epigono, Pier Luigi Bersani. Il quale epigono, annientato dal suo autismo da “tortello magico” con i corregionali Errani, Migliavacca e Franceschini (l’immortale Togliatti diceva che nel Partito gli emiliani dovevano solo amministrare non fare fare politica), tenta di esorcizzare la paura prima incontrando e salutando il Cavaliere poi facendo il giro dell’emiciclo abbracciato ad Angelino Alfano, il maggiordomo di B. a capo del Pdl. I due ridono, ma i grandi elettori del Pd, quelli che preferiscono Franco Tiratore a Franco Marini, si divertono ancora di più nelle quattro pesanti urne che stanno sul “catafalco” davanti alla doppia presidenza di Piero Grasso e Laura Boldrini.  (altro…)

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Sorbole ragassi noi vogliamo il cambiamento, sono stato chiaro???”: da sei mesi almeno il Bersani-Crozza ci rompe i timpani con il cambiamento qua e il cambiamento là, salvo poi barricarsi nel fortino della conservazione sua e dei suoi cari. Nelle primarie pd si autodefinisce l’“usato sicuro” come unico argomento per battere Matteo Renzi, che da parte sua non ha la forza di buttare all’aria le polverose liturgie di partito e se ne torna a Firenze con la coda tra le gambe. E che dire della propaganda elettorale condotta sull’antiberlusconismo di maniera (con l’agghiacciante giaguaro da smacchiare), ventennale espediente per abbindolare gli ingenui, sempre di meno visto il desolante esito finale. (altro…)

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LA CORSA di Pierluigi Bersani si è fermata ieri alle due e un quarto, quando Laura Boldrini ha letto il risultato del primo voto per il presidente della Repubblica. Una disfatta. Con la carta dell’accordo per Franco Marini presidente, il segretario (o ex?) del Partito democratico aveva provato a vincere su tre tavoli in contemporanea.

Quello di grande elettore del prossimo capo dello Stato, l’altro di premier del possibile governo di larghe intese, il terzo di un congresso di partito parallelo. Ebbene, ha perso su tutta la linea. Da ieri pomeriggio è chiaro che non sarà Pierluigi Bersani a scegliere il presidente della Repubblica, non sarà mai premier di nessun governo o governissimo e già non è più lui, di fatto, il leader del Partito democratico. Forse non esiste neppure più un Pd, a giudicare dal voto sparso in cinque o sei tronconi. Spetterà al successore di Bersani rimettere insieme i pezzi del partito, trasformato da una scelta insensata nel più grande gruppo misto nella storia del Parlamento italiano. (altro…)

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Natangelo

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L’ABISSO che separa il mondo fuori dal mondo dentro non ha mai fatto paura come adesso. Lo leggi negli occhi colmi di lacrime delle deputate che ti mostrano lo schermo dei telefonini che si accendono di messaggi increduli e sprezzanti, “ci scrivono i figli, capisce?, i nostri studenti, le famiglie e gli amici: ma cosa state facendo?”, dice Grazia Rocchi che faceva il preside a Livorno.

Cosa state facendo?, chiedono i segretari del Pd dell’Emilia Romagna che provano a redigere un appello, quelli di Roma che avvisano che così dovranno chiudere i circoli, i Giovani Democratici che manifestano davanti a Montecitorio e hai voglia a dire che sono infiltrati, che sono proteste organizzate. Basta uscire e guardarli negli occhi, parlarci un momento per capire chi sono. (altro…)

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Il clamoroso “no” di quasi metà dei grandi elettori del centrosinistra leva sul nascere ogni argomento a chi volesse attribuire alla “sinistra dei salotti”, al capriccio degli intellettuali, a un radicalismo di minoranza l’ostilità all’operazione Marini. Sono gli umori popolari, di questi tempi, a essere radicali, e non è il radical-chic, è il radicalpop a far vacillare le certezze dei palazzi. Non hanno disobbedito poche teste calde, hanno disobbedito deputati e senatori avvezzi alla disciplina, fedeli all’idea, tutt’altro che movimentista, che un partito sia una cosa importante, e un segretario un capo da rispettare.
Se esiste un Nume della sinistra speriamo illumini i suoi capi, li aiuti a non confondere questa clamorosa bocciatura con il boicottaggio delle solite mosche cocchiere, con l’agitazione di giornali e circoli minoritari per vocazione. (altro…)

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La tessera del partito

Quello che accade lo vedono tutti. Ma a molti sfugge il perché. Il gruppetto dirigente del centrosinistra, sempre lo stesso che da vent’anni non ne azzecca una e salva sempre B. che garantisce la reciproca sopravvivenza, cerca ancora una volta di salvare se stesso (e dunque B.) mandando al Quirinale un uomo controllabile e ricattabile, anche in vista di un governo di largo inciucio. Ma la parola inciucio è riduttiva, perché non siamo di fronte a un accordo momentaneo, provvisorio. Ma a un patto permanente e strategico che regge dal 1994, a una Bicamerale sempre aperta, anche se mascherata qua e là con finti scontri per abbindolare gli elettori e trascinarli alle urne agitando gli speculari spauracchi dei “comunisti” e del “Cavaliere nero”. Se la memoria degl’italiani non fosse quella dei pesci rossi, che dura al massimo tre mesi, i contestatori in piazza o nel web contro Marini e chi l’ha scelto ricorderebbero che sono vent’anni che manifestiamo per la stessa cosa. (altro…)

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elezione-quirinale

Bersani sconfitto, il candidato Pd-Pdl di poco sopra il 50% (leggi la cronaca ora per ora) Rodotà – sostenuto da M5S, Sel e dissidenti democratici – arriva a 243 voti. Alle 16 nuova chiama.

Dopo giorni di trattative serrate e una sfilza di nomi più o meno credibili, è arrivato il giorno dell’elezione del successore di Giorgio Napolitano alla guida del Quirinale. Dalle 10, i 1007 grandi elettori sono riuniti in seduta comune per votare il nuovo Presidente della Repubblica, il tutto dopo una nottata convulsa, caratterizzata dalla riunione dei gruppi parlamentari del Pd, in cui Bersani ha ufficializzato la candidatura al Colle di Franco Marini, nome assai gradito a Silvio Berlusconi e a una parte di Scelta Civica, ma non a tutte le anime del Partito Democratico. All’interno del Pd, infatti, sono letteralmente esplose le divisioni, con i renziani che hanno detto a chiare lettere che non voteranno per l’ex presidente del Senato. (altro…)

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abbraccio_pd-pdl

Eccoli finalmente, come due vecchi alleati, a braccetto in Aula, pochi minuti prima del voto per eleggere il nuovo presidente della Repubblica … sicuramente questa potrebbe essere la foto simbolo, quella che più rappresenta l’ennesimo inciucio Pd-Pdl…

Da stopcensura.com

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L'appello

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BecchiLa folla: traditori. Mail bombing sul partito.

ROMA — A tarda sera la rabbia dei militanti del Pd si sfoga in piazza. Teatro Capranica transennato dalla polizia, cartelli e slogan per contestare la candidatura di Franco Marini, grandi elettori democratici rinchiusi dentro a leccarsi le ferite. L’ultimo fotogramma è quello del segretario Pierluigi Bersani che sceglie di andar via dall’uscita secondaria, mentre la folla urla “traditori, traditori”.
La frustrazione dei militanti fatica a rimanere negli argini per l’intera giornata. Basta raccontare la scena che si svolge a metà pomeriggio in Transatlantico. Il deputato del Pd Guido Galperti, curvo sul suo I Pad, è nel bel mezzo di un’emergenza: «Ho già cancellato quattrocento mail, la casella è intasata. Chi scrive mi chiede di votare Rodotà». Stessa sorte tocca a buona parte dei parlamentari democratici, che quasi impazziscono per svuotare caselle trafficatissime, vittime di mail bombing. Un altro deputato dem, Giorgio Brandolin, tormenta gli occhiali da sole mentre ammette sconsolato: «Non è un problema di D’Alema, di Amato o di Marini. (altro…)

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berlusconi (1)Il Cavaliere invita i suoi a fare quadrato su Marini: “Ma può succedere di tutto”.

ROMA— «È Marini il nostro candidato. Anche nel passato si è dimostrato amico». Silvio Berlusconi esordisce così e non è ammesso contraddittorio, all’assemblea dei parlamentari Pdl riuniti alla Camera dopo le 21. Sta per chiudersi la giornata folle e concitata delle trattative ultime, dei faccia a faccia decisivi, del vortice di telefonate in cui crollano i muri e tutti parlano con tutti. Ma il Cavaliere sa che la partita è ad alto rischio, anzi di più: «Temo che Bersani non riesca a tenere compatto il Partito democratico su quel nome, non è detto ce la faccia e dopo, tutto può succedere», confida ai più stretti collaboratori a margine della riunione serale. (altro…)

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marini-francoSoldi al “Sabato” di Liguori La Camera fermò l’inchiesta.

Correva l’anno 1995 quando il deputato Franco Marini, nella sua “qualità di ministro del lavoro e della previdenza sociale pro tempo-re”, veniva accusato di concussione dal sostituto procuratore di Roma Pietro Giordano. L’inchiesta era partita un po’ più a sud, a Napoli, dove s’indagava sulla tangentopoli partenopea e due giovani pm – Francesco Menditto e Vincenzo Piscitelli – iniziarono a occuparsi della Sme, il ramo agro-alimentare dell’Iri.

LA PROCURA di Napoli trasmise a Roma la tranche che riguardava Marini: ex segretario della Cisl, democristiano molto vicino a Comunione e liberazione, il deputato nei primi anni Novanta era in forte ascesa, tanto da ricoprire il ruolo di ministro. E infatti: il suo fascicolo fu trasmesso al Tribunale dei ministri,che poi chiese alla Camera l’autorizzazione a procedere, che però la negò. (altro…)

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Il vademecum

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Le vittime

OSSERVANDO i marciapiedi di Boston a poche ore dall’esplosione di lunedì – abiti stracciati, macchie di sangue, frammenti di vetro – mi sono trovato a ripensare a una scena simile a cui ho assistito nel 2013 a Tel Aviv.

Un attentatore suicida di Hamas si era fatto saltare in aria a una fermata dell’autobus di fronte alla base militare di Tsrifin, e io, trovandomi per caso nei paraggi, mi recai sul luogo per osservare la scena immediatamente successiva all’esplosione. Come scrissi all’epoca, parti dell’attentatore erano ancora sull’asfalto, compresa una sua gamba irsuta. La scarpa era stata scaraventata via, ma un calzino marrone continuava a coprire con garbo il piede. I soccorritori israeliani portavano via i cadaveri sulle barelle, con calma, in uno strano clima misto di orrore e consuetudine. (altro…)

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Ellekappa

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rodota_presidente

L’articolo sul blog con cui Beppe Grillo ha indicato Rodotà come il candidato del M5S per il Quirinale.

SI RITIRANO GABANELLI E STRADA, IN CORSA L’EX PRESIDENTE PDS.

Mandate un messaggino a Vito, lo deve sapere!!!”. Nella stanza dello staff comunicazione del Senato, appena il blog pubblica quelle tre righe che segnano lo “scacco matto”, scatta la corsa a chiamare il capogruppo. È là, riunito con i presidenti degli altri parlamentari, stanno decidendo il calendario dei lavori di oggi, non può non sapere che nel frattempo Milena Gabanelli ha rinunciato, Gino Strada ha preferito Rodotà e la classifica delle Quirinarie è scorsa giù, fino al nome che incastra il Pd. Eppure, un minuto dopo Vito Crimi compare al secondo piano di palazzo Madama. Cammina svelto sul velluto rosso, abbraccia le persone che incrocia, è raggiante. E con il Pd ci ha già parlato. Prima che la notizia finisse sul blog, è stato avvertito del nuovo nome. E così, di fronte a Luigi Zanda che gli chiedeva lumi, ha potuto sfoggiare l’asso nella manica: noi, come Capo dello Stato, scegliamo il primo presidente del Pds. Una bomba, un miracolo. Che oggi, oltre ai 163 voti dei grillini eletti, ne dovrebbe prendere quasi un altro centinaio: i 47 di SeL, altrettanti “dissidenti” del Pd. Non basteranno, però.  (altro…)

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RodotàSULLA PAGINA FACEBOOK DEL SEGRETARIO APPELLI A RIPENSARCI. CONTRARI ANCHE I NEO ELETTI.

Marini? Non lo votiamo”. Matteo Renzi l’aveva già detto e lo ribadisce a scelta ancora non ufficializzata. “Non si fa un piacere al Paese”, dice poi alle “Invasioni barbariche”, mentre Bersani annuncia ai gruppi riuniti in plenaria la “bella sorpresa” (parole sue), accolta con pochissimi applausi. Quello dei renziani è il malumore più compatto. Ma le dichiarazioni contrarie dei parlamentari Democratici e della cosiddetta “base” non si contano. “Ho perso. O forse ha perso il Pd. O forse c’è ancora modo di evitare un errore che la Bicamerale era Disneyland, al confronto”. Pippo Civati posta questo commento sul suo blog subito dopo che il nome di Franco Marini è diventato praticamente ufficiale. Commenta un accorato Stefano Ragusa: “Mi dispiace. Abbiamo perso. Addio PD.” L’altra voce tempestiva è quella di Ezio Mauro, che schiera Repubblica contro la scelta del segretario democratico: “#Quirinale, avevamo chiesto al Pd una scelta autonoma per un nome degno. Non c’è autonomia e non c’è il nome”.  (altro…)

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